Cos’è la mastopessi, come funziona e cosa succede dopo l’intervento

La mastopessi è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti. Ci sono però alcune cose da sapere prima di sottoporsi all’operazione: cos’è esattamente, come funziona, quali sono i risultati e quali i casi in cui è meglio non farla.

Chirurgo prende le misure per un intervento di mastopessi
Foto Shutterstock | George Rudy

La mastopessi è l’intervento di lifting della mammella, tra i più richiesti nell’ambito della chirurgia estetica. Si tratta di un’operazione indicata in caso di ptosi, una condizione che può verificarsi nelle donne sia in chiave fisiologica che in costanza di menopausa, oppure nel post allattamento. Scopriamo in cosa consiste esattamente, come funziona l’intervento chirurgico e con quali risultati, oltre ai casi in cui è meglio non farla.

Cos’è la mastopessi e in quali casi procedere con la protesi

La mastopessi, nota comunemente come lifting del seno, è un intervento indicato in condizioni di ptosi mammaria, cioè quando si verifica un cedimento della massa del seno per un rilassamento che trova origine in vari fattori, tra cui gravidanza, allattamento o menopausa.

L’intervento consiste nel riposizionamento del complesso areola-capezzolo che, per effetto di questa condizione, risulta troppo distante dal giugulo e comunque in posizione troppo “abbassata” rispetto alla norma.

Il fenomeno ptosi può interessare sia il complesso areola-capezzolo sia la ghiandola mammaria e può essere fisiologico nella crescita, quindi senza motivazioni apparenti. È tipico nelle donne durante il periodo post allattamento e frequente in menopausa. In caso di associato deficit di volume ghiandolare, si opta per un intervento di mastopessi con protesi.

Mastopessi e lipofilling al seno: qual è la differenza

A differenza della mastopessi, il lipofilling al seno consiste nell’innesto di grasso a livello mammario per aumentarne il volume senza inserimento di protesi. Si tratta però di una procedura non molto consigliata per problemi di screening oncologico, in quanto il grasso innestato può disorientare il radiologo durante i controlli mammografici. Questo intervento è consigliato per la definizione periferica del seno e nella chirurgia ricostruttiva post mastectomia.

Cosa fare prima dell’intervento di mastopessi

Per potersi sottoporre a un intervento chirurgico di mastopessi, oltre all’ecografia mammaria e alla mammografia, occorre eseguire una routine preoperatoria che consiste in esami ematici, ECG con nulla osta cardiologico ed RX del torace quando necessario (paziente fumatrice o età maggiore di 35 anni o comorbidità). Si consiglia inoltre di smettere di fumare.

Come funziona l’intervento di mastopessi

L’intervento chirurgico di mastopessi si fa in anestesia generale e la durata è tra i 60 e i 120 minuti, variabile a seconda dell’entità della pessi e della presenza di procedure associate. Le incisioni si praticano intorno all’areola e nei quadranti inferiori della mammella in corrispondenza delle zone cutanee che dovranno essere rimosse.

Mastopessi: il post-intervento, cicatrici e quali possibili complicazioni

All’esito della mastopessi sono presenti cicatrici intorno all’areola, quindi poco visibili, e nella maggior parte dei casi sarà presente una cicatrice verticale dal centro dell’areola fino al solco sottomammario (talvolta prolungata lateralmente e/o medialmente lungo il solco stesso).

Come per ogni intervento chirurgico, ci sono possibili complicanze: infezione, sanguinamento, ematoma, sieroma, deiscenza della ferita, cicatrici patologiche, risultato estetico non soddisfacente e necessità di re-intervento. Il tempo di guarigione dopo l’operazione è anch’esso variabile, mediamente tra i 10 e i 30 giorni.

Nella vita di tutti i giorni, quando si torna a casa dopo un intervento di questo tipo, è necessario utilizzare un reggiseno ad hoc per 30 giorni e si consiglia un riposo di una settimana.