Una vera e propria “arma letale” ad ampio, anzi, ampissimo spettro, in grado di sconfiggere tutti i virus influenzali che hanno colpito e che potrebbero colpire l’uomo e metterne a dura prova l’organismo. Si tratta di un antivirale universale, identificato e messo a punto nel corso di una sperimentazione, condotta da un team di ricercatori internazionali, dell’Università di Padova, di Perugia e di Cambridge, nel Regno Unito.
Un’opzione terapeutica innovativa o, meglio, rivoluzionaria, se le ulteriori ricerche dovessero confermare i primi risultati dello studio, pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista Pnas. Una terapia antivirale universale, in grado di “colpire e affondare” tutti i principali responsabili dell’influenza, dei principali ceppi virali, che sia A o B.
“La novità assoluta di questo studio sta nel fatto che non sono stati utilizzati peptidi, bensì piccole molecole con profilo già tipico di un farmaco. Si tratta dei primi farmaci disegnati razionalmente al computer sulla base delle strutture cristallografiche di due proteine del virus influenzale che costituiscono il complesso replicativo del virus e interagiscono strettamente tra di loro.
Da uno screening condotto su 3 milioni di composti, solo alcuni sono risultati attivi e due in modo particolare. Si può ora pensare di modificare ulteriormente queste sostanze per renderle ancora più selettive e soprattutto farmacologicamente disponibili” ha osservato uno degli autori della ricerca, Giorgio Palù, del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Padova.
E’ una scoperta davvero importante, soprattutto alla luce delle ultime pandemie influenzali, dall’aviaria alla suina, che hanno gettato nel panico migliaia di persone e fatto numerose vittime in molte parti del mondo. Se le nuove sperimentazioni daranno i risultati sperati, si tratta di un primo passo significativo, di una prima “battaglia” vinta, nella guerra contro i virus influenzali, sempre più difficili da individuare e debellare con le terapie farmacologiche tradizionali.
Il panorama attuale dei farmaci antiinfluenzali non è decisamente molto rassicurante: i pochi prodotti disponibili non possono vantare un livello di efficacia adeguato alle esigenze, soprattutto perché la maggior parte dei ceppi virali pandemici ha già sviluppato una buona soglia di resistenza. Grazie a questa scoperta, che potrebbe portare alla messa a punto di farmaci più selettivi, si aprono nuove prospettive per contenere la diffusione delle pandemie influenzali, per limitare e prevenire il contagio, in modo efficace e “universale”.