Influenza aviaria in Piemonte: scoperti due focolai altamente patogeni ad Asti

Nel territorio intorno ad Asti, due allevamenti sono stati colpiti da influenza aviaria. La Asl di Asti e la Regione Piemonte hanno immediatamente dato il via a controlli e messo in atto misure precauzionali affinché il virus non si diffonda: tutti gli esemplari infetti o sospetti saranno abbattuti e le uova verranno distrutte.

rischio_aviaria_asti

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Nelle ultime ore è scattato in Piemonte un allarme influenza aviaria: sono stati segnalati due allevamenti colpiti, entrambi nella provincia di Asti, e immediatamente sono partiti i controlli e le misure precauzionali per evitare che l’influenza si diffonda. Il virus responsabile sarebbe altamente patogeno ed è lo stesso che ha coinvolto nei mesi scorsi diversi allevamenti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; proprio per questo motivo, le misure predisposte dalla Asl di Asti sono drastiche: è già stato deciso l’abbattimento di tutti gli animali colpiti dall’infezione o sospettati di esserlo.

I focolai

L’influenza aviaria che ha colpito due allevamenti nell’astigiano, uno a Montechiaro d’Asti e l’altro a Montiglio Monferrato, è scatenata dal virus H5N8, caratterizzato da un’elevata patogenicità per le specie avicole e responsabile di un’ondata epidemica che, nei mesi scorsi, ha colpito la zona tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le strutture coinvolte, che distano l’una dall’altra poche decine di metri, allevano entrambe galline ovaiole, in gabbia e a terra, per un totale di circa 50.000 capi. Proprio per la particolare aggressività del virus H5N8, la Asl di Asti ha predisposto numerosi accertamenti e una serie di disposizioni volte a evitare la diffusione dell’influenza.

I controlli e le misure adottate

Non appena è arrivata la comunicazione dell’esistenza di un focolaio di aviaria, il Servizio veterinario della Asl di Asti ha dato il via ai controlli su entrambi gli allevamenti coinvolti. Gli accertamenti sono stati condotti in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Torino e sono partiti a causa di una mortalità sospetta all’interno di un allevamento; le misure adottate per evitare che l’epidemia coinvolga altri capi prevedono il sequestro degli allevamenti e delle uova prodotte, l’abbattimento e la distruzione di tutti gli animali infetti o sospetti di infezione, la distruzione di lettiere e mangimi, la disinfezione di tutti gli ambienti a cui i polli avevano accesso.
La Regione Piemonte ha poi istituito una zona di protezione di 3 chilometri e una zona di sorveglianza di 10 chilometri, attraverso un’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Sergio Chiamparino e dall’Assessore alla Sanità Antonio Saitta. Sono state avviate inoltre le indagini per identificare l’origine dell’infezione e gli eventuali collegamenti con altre aziende avicole del territorio, per capire i reali rischi di diffusione dell’epidemia aviaria; anche se pare che gli animali siano stati infettati da volatili selvatici, è indispensabile capire se ci sono responsabilità a carico degli allevatori e, se non risulteranno, saranno avviate le procedure per l’indennizzo degli ingenti danni economici subiti dalle aziende coinvolte.