Infiammazioni e malattie rare: la proteina IL – 17

L'interleuchina 17, oltre alla 23, gioca un ruolo chiave nelle infiammazioni dell'intestino e nella colite, uno studio rivela come un trattamento farmacologico adeguato consente di prevenire la cronicizzazione del male, aiutando a ridurre gli effetti della malattia a livello sintomatologico e a evitare che la malattia diventi cronica e in quanto tale difficilmente trattabile.

Articolo aggiornato il 31 Maggio 2009

InterleuchinaLe proteine di interleuchina IL – 23 e IL – 17 sono coinvolte nella patogenesi delle malattie che comportano un disturbo del sistema immunitario autonomo correlato alle infiammazioni e ai disturbi infiammatori in genere. Se la funzione della interleuchina IL – 23 è chiara ora uno studio, reso noto da Nature Immunology, spiega il ruolo della Interleuchina IL – 17.
Lo studio è stato condotto da William O’Connor Jr, Masahito Kamanaka, Carmen J Booth, Terrence Town, Susumu Nakae, Yoichiro Iwakura et Al. dell’Howard Medical Institute e del Children’s Hospital di Pittsburg. La ricerca è stata condotta al fine di valutare una terapia farmacologica per trattare i disordini del sistema autoimmunitario al fine di intervenire precocemente con una terapia efficace sugli stati infiammatori e sulle infiammazioni croniche. 
 
Grazie a questa proteina le infiammazioni croniche dell’intestino, una patologia che rientra tra le malattie rare, potrebbero trovare risposta. La proteina IL – 17 infatti ha un ruolo chiave nella riduzione dei sintomi della colite, proteina stimolata e prodotta dalle cellule chiamate T-helper, (tipo 1 – chitochine) nel tessuto del colon. Entrambi i tipi hanno un doppio ruolo nella protezione dei tessuti, se da un lato permettono la protezione dalle infezioni e dalle infiammazioni, dall’altro nel caso di attività ridotta della proteina in questione l’infiammazione ha delle caratteristiche invasive. 
 
La proteina IL – 17 potrebbe avere questo ruolo non solo nelle infiammazioni dell’intestino ma anche nelle infiammazioni dei tessuti in genere, considerabile anche nell’artrite reumatoide e nelle poliartriti e nelle infiammazioni batteriche in genere.  
 
Questa proteina è responsabile del processo antinfiammatorio autonomo gestito dal sistema immunitario, agendo con dei farmaci che ne stimolino precocemente l’attività, come nel caso trattato, sperimentato sui ratti, è possibile ridurre con successo i sintomi delle infiammazioni e prevenire la cronicizzazione dell’infiammazione stessa.  
 
1. Department of Immunobiology, Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut, USA. 
2. Section of Comparative Medicine, Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut, USA. 
3. Center for Experimental Medicine, Institute of Medical Science, University of Tokyo, Tokyo, Japan. 
4. Children’s Hospital of Pittsburgh, Pittsburgh, Pennsylvania, USA. 
5. Howard Hughes Medical Institute, Yale University, New Haven, Connecticut, USA. 
6. Present address: Department of Neurosurgery, Biomedical Sciences and Department of Medicine, Maxine Dunitz Neurosurgical Institute Cedars-Sinai Medical Center, Los Angeles, California, USA. 
 
Fonte: Nature Immunology

Ti potrebbe interessare