Articolo aggiornato il 22 Febbraio 2010
Forse stante il cammino della nostra Società che ci ha allontanato dall’agricoltura e dall’allevamento di bestiame, almeno nelle forme tradizionali applicate, parlare di rischio della donna in gravidanza quando questa sia a contatto con i bovini è remoto, ma occorre tuttavia segnalarlo ugualmente, per assolvere alla politica dei piccoli numeri ma tuttavia importanti alla luce dei relativamente pochi casi che è possibile segnalare.
Lo studio proviene da un gruppo di ricerca guidato dal pediatra Dele Davies della Michigan State University che avrebbe dimostrato che la causa di tale rischio è ascrivibile ad un batterio comune che viene trasmesso alla donna in gravidanza e allo stesso feto proveniente dalle mucche.
Parliamo dello streptococco di Gruppo B (GBS) che presenta una particolarità; mentre quasi tutti i batteri sono specie specifica, ovvero si trasmettono uomo-uomo, mucca-mucca e così via, nel caso del citato batterio questo è in grado di provocare quella che si definisce zoonosi, quando un batterio migra da una specie ad un’altra e, dunque, nello specifico dalle mucche all’uomo. Si sarebbe visto che il batterio responsabile di infezioni alla mammella della mucca si sarebbe anche riscontrato nelle donne incinte oggetto dello studio e nella peggiore delle ipotesi può condurre a morte il bambino che la donna porta in grembo o il neonato.
La mortalità in questo caso è riferita ad un caso ogni 2.000 ma esistono tuttavia esami in grado di identificarlo con largo anticipo e dunque procedere adeguatamente alle cure, ma è utile segnalare che maggiore è l’esposizione della donna con il bestiame maggiori sono le probabilità che questa si infetti. Anche se i ricercatori sono cauti nell’ammettere tale rischio, occorrendo ulteriori studi approfonditi che possano confermare tale ipotesi.