Articolo aggiornato il 25 Gennaio 2010
Si sa bene che i pazienti cardiopatici affetti da infarto del miocardio sono in cura con farmaci antitrombotici, particolari sostanze in grado di fluidificare il sangue evitando la formazione di trombi che, una volta in circolo, potrebbero causare pericolosissime situazioni, come ictus ed embolie, in grado di stroncare in breve tempo la vita di questi pazienti.
Ma oggi un articolo pubblicato sul giornale Lancet informa anche del pericolo cui vanno incontratali ammalati, al punto che molti di loro sono stati costretti a ricorrere al ricovero ospedaliero a causa di emorragie interne. Lo studio pubblicato su Lancet descrive un lavoro scientifico effettuato su 40.812 pazienti di età uguale o superiore ai 30 anni, tutti di nazionalità danese, che erano stati ricoverati in ospedale nel periodo che andava dal 2000 al 2005 . Una parte di tali pazienti, ovvero, il 4,6%, a distanza di meno di un anno e mezzo dal primo ricovero sono stati nuovamente ricoverati a causa di episodi emorragici.
Gli studiosi hanno così potuto constatare che, ad essere ricoverati per gli effetti emorragici dell’aspirina< erano stati il 2,6% della popolazione studiata, il 4,6% per coloro che avevano fatto uso di clopidogrel, ed il 4,3% negli assuntori di vitamina K. Un altro cospicuo numero di pazienti., il 4,3%; assumevano aspirina e clopidogrel, il 3,7%; aspirina e agonista della vitamina K, il 5,1%; clopidogrel e agonista della vitamina K, 12,3% e con triple terapie 12%.”I nostri risultati ci spingono a raccomandare l’impiego di triple o doppie terapie con farmaci antitrombotici solo dopo scrupolose e attente valutazioni dei rischi individuali” ha commentato Rikke Sørensen, principale autore dello studio.