Infarto: diremo addio alla coronarografia?

Esclusa solo in parte la coronarografia come insostituibile sistema diagnostico per molti infarti e coronaropatie, adesso a prendere parzialmente il suo posto potrebbe essere la Tac cardiaca

Tac Cardiaca
Non diremo sicuramente addio alla coronarografia, non foss’altro per la gratitudine che dobbiamo a questa tecnica diagnostica che ha consentito a milioni di pazienti reduci da un infarto o da altre gravi patologie di potersi salvare o di scoprire preventivamente una malattia cardiaca ancora all’esordio, ma la possibilità che si stia aprendo la strada verso un metodo d’indagine alternativo all’angiografia ci piace pensarlo, perché l’attuale metodica diagnostica cardiovascolare non si può negare che presenta una percentuale di rischio essendo caratterizzata da una certa invasività che non è possibile evitare.

D’altro canto, di fronte ad un certo tipo di malattie la coronarografia resta l’unico baluardo cui dispone la medicina e di fronte ad un malato che presenta l’indicazione verso questo tipo di esame è pressocchè impossibile decidere per non farlo; tuttavia si sta facendo strada un nuovo metodo diagnostico, non invasivo, che ci consente di scrutare i vasi coronarici affetti da patologia evitando l’introduzione di cateteri con mezzi di contrasto direttamente all’interno delle arterie con una percentuale significativa di effetti collaterali, a volte persino infausti.

La tac cardiaca

A prendere il posto della coronarografia potrebbe essere la Tac cardiaca, usiamo il condizionale perché fin’ora tale metodica non può essere applicata in tutti i casi, ma la validità dell’esame sarebbe stata recentemente certificata da una ricerca italiana condotta su larga scala in 20 Centri cardiologici ed effettuata su 367 pazienti papabili candidati all’angiografia
La Tac impiegata è la cosiddetta multistrato che da la possibilità di vedere e studiare sezioni del cuore e dei vasi e di elaborare i referti al computer non escludendo dallo studio nemmeno i vasi più periferici di difficile riscontro diagnostico.
Tuttavia, come ha anche dichiarato il professore Lorenzo Bonomo direttore del dipartimento di bioimmagini e scienze radiologiche del Policlinico Gemelli di Roma, la Tac può essere tranquillamente impiegata in quei pazienti che hanno rischio di un infarto o di una qualsiasi cardiopatia ischemica ritenuto medio o medio basso, la coronarografia è ancora indispensabile di fronte all’eventualità di una coronaropatia di grado molto elevato dunque nei casi più gravi, soprattutto di fronte a pazienti con fattori di rischio molto alti o interessati da sintomi che non possono escludere la presenza di una grave patologia cardiaca, magari anche in atto.