Come vivere meglio dopo un infarto?

Dopo un episodio di infarto superato il paziente dovrebbe essere aiutato a capire che si può vivere meglio, cambiando lo stile di vita

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infarto pazienti 150x146Un episodio di infarto può notevolmente condizionare la vita che i pazienti conducono anche dopo che è stato superato il momento critico. Il problema è rappresentato dallo stile di vita che si è costretti a condurre e dalle cure che bisogna portare avanti, per evitare che si possa incorrere nel rischio di un altro infarto.

Cooperazione per tornare a vivere

Capita spesso che i pazienti non seguono le terapie prescritte, non mettendo in atto la prevenzione secondaria che sarebbe fondamentale per scongiurare il pericolo di un altro episodio critico. Ma si può vivere meglio dopo un infarto? In realtà tutto consiste nel cercare di coinvolgere i pazienti, rendendoli consapevoli della gravità della situazione e dell’importanza di prendere i farmaci. Per attuare tutto questo è essenziale coinvolgere anche le mogli e coloro che si prenderanno cura dei pazienti, in modo che possano essere seguite le raccomandazioni del cardiologo.
L’infarto può mettere a dura prova anche la vita relazionale di un individuo, influendo sugli equilibri di coppia e segnando a volte la fine di un rapporto. Dopo l’infarto, che rappresenta comunque un episodio angoscioso, si può incorrere in ansia, disturbi dell’umore e difficoltà a dormire. Tutto ciò può creare tensione nella coppia, costretta ad affrontare la crisi. Eppure non bisogna dimenticare che il contesto affettivo e familiare dei pazienti è fondamentale per la loro ripresa.
La solitudine conseguente alla fine di un rapporto di coppia può essere portatrice di isolamento sociale, con il rischio di arrivare in alcuni casi ad una vera e propria depressione. Il messaggio da trasmettere al paziente consiste nel fargli capire che il superamento dell’infarto è un’occasione per ripensare lo stile di vita e poter vivere meglio di prima.

Psicoterapia sì, insieme ai farmaci

Dopo un infarto, il recupero fisico, è agevolato oltre che dalla terapia farmacologica, anche dalla psicoterapia. Questo è il risultato di uno studio tutto italiano molto interessante ed utile a tutti quei pazienti che sono stati colpiti da infarto, la cui salute deve essere protetta da eventuali ricadute, o dall’insorgenza di altre malattie correlate.
Il miglioramento delle condizioni fisiche, grazie alla psicoterapia unita alla terapia farmacologica, è il risultato di uno studio condotto dall’equipe di ricercatori del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, A.C.O. San Filippo Neri di Roma, guidati dalla dottoressa Adriana Roncella, cardiologa e psicoterapeuta.

Lo studio

Lo studio è stato eseguito su 101 pazienti affetti da infarto del miocardio, e trattati urgentemente con angioplastica. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il primo trattato con terapia medica unita alla psicoterapia, il secondo solo con terapia media. A distanza di tempo, (dopo 6 mesi, 1 anno e 5 anni), sono stati eseguiti dei controlli clinici, avendo degli eccezionali risultati: i pazienti (16 su 47) trattati con entrambe le terapie avevano mostrato una minor incidenza sia di ricadute che l’insorgenza di ulteriori patologie; a differenza dei pazienti (27 su 47) trattati solo con terapia medica. Oltre a ciò anche i livelli di depressione sono diminuiti. Da qui la conclusione che la classica terapia medica può essere associata alla psicoterapia in questi casi.