Le protesi al seno, che in questi ultimi giorni sono sotto accusa, non recherebbero nessun rischio di tumore alle pazienti italiane. Secondo gli esperti, infatti, non ci sarebbe nessun motivo di dover sottoporre queste ultime ad interventi di espianto, almeno in Italia. Dello stesso parere è anche la Gran Bretagna, che si è rifiutata addirittura rifiutata di togliere queste protesi mammarie dal commercio. Il motivo principale di questo dissenso è quello di non aver trovato nessun collegamento tra queste protesi e l’insorgenza del tumore.
Ma come è iniziato tutto questo caos? Il problema è sorto in Francia, dal momento che una donna, alla quale erano state impiantate delle protesi mammarie con marchio francese Pip (Poly Implants Prothese), è deceduta. Inoltre negli ultimi mesi sono stati registrati otto casi di tumore al seno in altrettante donne che possiedono sempre questo tipo di protesi. Da ciò il caos per il sospetto, sempre più concreto, da parte delle pazienti di una correlazione tra l’insorgenza di neoplasia al seno e le protesi del marchio Pip; accusando la ditta produttrice di utilizzare del materiale non conforme e scadente per produrle. Secondo gli esperti, tra cui il Professore Umberto Veronesi, dopo numerosi studi e accertamenti eseguiti sulle pazienti che si sono sottoposte all’intervento di chirurgia estetica, non ci sarebbe nessuna correlazione tra le protesi Pip (che possono avere qualche difetto rispetto alle altre ma non essere la causa di neoplasie), o di altre marche, e il tumore al seno.
Le protesi al silicone sono le più usate ed “efficaci” per ricostruire la mammella, sia per motivi estetici che dopo interventi chirurgici, ed inoltre risultano molto sicure, senza nessuna correlazione con il tumore. Sino ad ora sono stati registrati 75 casi di linfoma al mondo, dopo l’impianto di protesi ( di varie marche), e di questi 4 decessi. Questo tipo di neoplasia, in queste donne, è originata dalla capsula intorno alla protesi, con sintomi ben precisi come rigonfiamento, e raccolta di liquido (dopo qualche settimana dall’intervento). Ogni qual volta si avvertissero dei disturbi è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico chirurgo. In Italia, gli specialisti assicurano che non vi è nessun motivo di allarmarsi, l’importante è fare i controlli giusti.