Articolo aggiornato il 30 Marzo 2020
Farmaci dotati di microchip, che possono essere utilizzati per tenere sotto controllo lo stato di salute dei pazienti: vi sembra qualcosa di irreale? Eppure pensate che il tutto è in arrivo nel Regno Unito, dove una nota catena di farmacie, la Lloydspharmacy, ha deciso di accordarsi con l’azienda Proteus Biomedical della California, per mettere in commercio delle pillole con dei microchip commestibili, in grado di entrare in contatto con un cerotto che va applicato sulla spalla. Per molti versi si può dire che si tratta di qualcosa di straordinario.
Come funzionano?
Gli scienziati sono arrivati a comprendere che le particelle maggiormente in grado di effettuare questo trasporto sono quelle a forma di semi-noce di cocco. Esse sono realizzate in modo da riuscire a viaggiare facilmente nel circolo sanguigno e ad arrivare per esempio al tumore. Le particelle nanotecnologiche si legano poi alle membrane cellulari, entrano nelle cellule tumorali e liberano delle sostanze capaci di effetti terapeutici.
Molto interessante è la possibilità di far giungere all’interno della cellula tumorale particelle con molecole siRna, ossia molecole di Rna in grado di interferire con l’espressione dei geni e quindi con il processo di produzione di proteine patologiche.
Il minuscolo chip, arrivato in un ambiente acido come quello dello stomaco, diventa capace di produrre una corrente elettrica che trasmette determinati segnali al cerotto. Quest’ultimo, grazie ad una particolare tecnologia, opera un confronto con una serie di dati che riguardano il sonno, la temperatura del corpo e il battito del cuore. Le informazioni elaborate vengono inviate al cellulare o al computer del paziente o del medico.
In questo modo lo stato di salute del malato viene monitorato in maniera costante e con esso anche la terapia che il paziente deve seguire. Non si corre più il rischio di dimenticare alcune medicine essenziali per la salute.
Il cerotto deve essere cambiato una volta alla settimana e la pillola con il microchip non presenta problemi di interazione con altri farmaci.
Il sistema è importante anche per quei familiari che si prendono cura dei pazienti, in modo da fornire loro informazioni dettagliate e continuamente aggiornate. Nel Regno Unito si è deciso di applicare questo metodo soprattutto per coloro che soffrono di diabete e di malattie cardiache.
I microchip si stanno sempre più rilevando importanti nel campo della medicina e della salute.
Come progettare questi farmaci?
Naturalmente non si tratta soltanto di una questione di dimensioni. I dispositivi nanotecnologici sono inferiori a un milionesimo di millimetro, ma presuppongono anche un approccio nettamente multidisciplinare, che unisce fisica, chimica, biologia, ingegneria e matematica. Progettare un dispositivo nanotecnologico da impiegare nelle terapie significa tenere conto delle sue specifiche proprietà. È essenziale arrivare a mettere a punto strutture in grado di trasportare il farmaco direttamente in quella parte dell’organismo che ne ha bisogno.
Aggiornamento a cura di: Redazione Tanta Salute