Le persone anziane possono soffrire, da un punto di vista psicologico, se gli si impedisce, tra le altre cose, di guidare. Spesso la decisione, soprattutto da parte dei familiari, non viene presa per fare un torto alla persona, ma per proteggere se stesso e gli altri da una guida non più attenta e controllata dai riflessi di un tempo. Con l’aumento del caos, del traffico, e purtroppo, di una salute un po’ cagionevole, si aumenterebbe il rischio di incidenti.
Il problema, neanche tanto semplice da risolvere, è che per gli anziani abituati a guidare, e quindi ad essere sempre stati indipendenti, impedirgli di usare l’auto è un vero e proprio affronto, che può causare sofferenze e dispiaceri. Ecco perché, secondo gli studiosi dell’Alzheimer Association americana in collaborazione con la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), i familiari devono valutare ed affrontare in modo molto approfondito e preciso, questo problema, proprio per evitare che il loro parente ci soffra. Innanzitutto, è bene valutare se è necessario impedire la guida all’anziano e perché; sicuramente le avvisaglie ed i sospetti possono nascere quando si nota che vi sono delle dimenticanze delle strade, errori nella segnaletica, riflessi lenti, velocità non adatta in alcune circostanze e zone di divieto. Insomma una serie di motivi che giustificano la preoccupazione dei familiari. Per non creare delle sofferenze psicologiche è bene che i parenti agiscano con molta prudenza facendo dei discorsi che puntino sul senso di responsabilità dell’anziano, senza fargli pesare il fatto che alcuni suoi disturbi, o, in alcuni casi patologie, come la demenza senile, possano aver contribuito a questo divieto.
Gli studiosi dell’Alzheimer Association americana hanno proprio stilato una serie di consigli per poter affrontare in modo più leggero questo discorso con l’anziano: essere pazienti, comprensivi, e fermi nelle decisioni, dando al parente tutto l’aiuto di cui ha bisogno, sia fisicamente che psicologicamente. Sicuramente vi saranno casi in cui non sarà semplice, anche perché chi soffre di alcune patologie neurologiche, solitamente non riesce a capire quali sono i reali motivi del divieto, e svilupperà del nervosismo e aggressività nei confronti della famiglia. Con delle argomentazioni incisive, e magari con l’aiuto del proprio medico di base, e anche se è necessario di specialisti, si riuscirà a proteggere il proprio “nonno”.