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Articolo aggiornato il 1 Settembre 2007
Risale al 1984 il primo convegno italiano dedicato alle culture del parto. Si tiene a Milano, e la casa editrice Feltrinelli pubblica il primo testo di nozioni sul parto riportando per intero gli atti dell’incontro. Solo sei anni dopo nasce sempre a Milano la Casa della Maternita’ “La Via Lattea” . Nel frattempo anche nel resto d’Italia si diffonde la cultura del parto in casa, e mentre i giornali ne parlano a Firenze viene fondata la Scuola Elementale di Arte Ostetrica. Da li’ in poi la convinzione che il parto naturale e’ ancora attuale piende piede in tutta la Nazione, grazie all’appoggio della cultura medica, che concorre alla formazione di ostetriche e operatori sanitari addestrati all’aiuto al parto delle gestanti che scelgono di partorire cosi’.
Perché sì
Quando si sceglie di partorire in casa si compie un passo che richiede un doppio coraggio: il coraggio del parto, che riguarda tutte le mamme, qualsiasi scelta facciano, e il coraggio di affrontare una strada culturalmente in contro-tendenza, eludendo la convinzione che solo una struttura sanitaria possa essere all’altezza del momento.
Lo facevano le nostre nonne, lo abbandonarono le nostre madri, e negli anni ottanta il ritorno di una coscienza naturista che sente il bisogno di riappropriarsi di un concetto di famiglia che si esprime anche in questo: nella condivisione di uno spazio che fin dall’inizio diventa un vero e proprio nido, immune da qualsiasi incertezza, quasi come a eleggerlo il luogo ideale per qualsiasi importante accadimento.
Le donne che decidono di partorire in casa non sono delle sprovvedute abbandonate a se stesse, che decidono incoscientemente di affrontare il parto come se fosse una influenza, ma sono delle donne che scelgono di farsi assistere personalmente e individualmente da professionisti informati e qualificati, che sono in grado di garantire la stessa sicurezza e la stessa condizione sanitaria che si puo’ trovare in una struttura ospedaliera.
Pre-requisiti
Dal punto di vista della salute medica della gestante devono esserci i requisiti fisici per poter affrontare una scelta del genere, ad esempio non deve esserci il rischio clinico della non riuscita del parto per complicazioni prevedibili che richiedono il parto cesareo, o motivi strettamente correlati a inclinazioni psichiche o fisiche della neo-mamma che possano far presumere delle complicazioni che non sarebbero affrontabili in massima sicurezza in una struttura non ospedaliera. A garanzie di risultato, quindi, il parto in casa e’ una via del tutto percorribile.
Gli esami indispensabili da fare per prevedere la riuscita del parto sono: l’esame ecografico che attesta la salute della donna e del feto, la misurazione del feto, gli esami di contrattilita’ uterina, le analisi di pressione arteriosa, cardiologici e fisiologici della neo-mamma, e l’esame placentare che deve attestare la presenza del liquido amniotico in misura sufficiente a un parto anche di medio-lunga durata, il roll over test, la misurazione del battito fetale, e l’attestazione delle sue caratteristiche.
Il parto fatto in casa va prospettato in anticipo quindi, scegliendo i professionisti a cui affidarsi, i quali staranno sempre a fianco alla coppia dalla gestazione fino al parto e dal parto al post-parto.
Il parto in casa dunque richiede molta piu’ consapevolezza da parte della coppia di quanta non ne sia richiesta in un parto ospedaliero o assistito in una struttura predisposta a questo.