Il fruttosio fa male? E’ uno zucchero semplice. Insieme al glucosio forma lo zucchero che comunemente usiamo in cucina. Lo troviamo soprattutto nella frutta e nel miele e può essere considerato a tutti gli effetti il responsabile del classico sapore dolce che questi alimenti hanno. In linea di massima, si potrebbe dire che il fruttosio è lo zucchero più dolce presente in natura e spesso, proprio per questo suo alto potere dolcificante, viene consigliato al posto del saccarosio, quando si soffre di diabete o quando si è in sovrappeso. Ma il fruttosio fa male o bene? Cerchiamo di rispondere a questa domanda, esaminandone i pro e i contro.
I pro
Uno dei pro del fruttosio è rappresentato dal potere dolcificante, che può essere considerato superiore di circa il 33% a quello del glucosio e doppio rispetto a quello del saccarosio. Vantaggi anche per quanto riguarda l’innalzamento dell’indice glicemico, che è di molto inferiore a quello apportato dagli altri zuccheri.
Tra l’altro il fruttosio può essere utilizzato in maniera utile anche come conservante e come edulcorante. Per quanto riguarda il primo caso, non dobbiamo dimenticare che le molecole di cui questo zucchero è costituito hanno la capacità di attirare molta acqua. Per questo si dimostra un eccellente conservante naturale, in quanto non favorisce lo sviluppo delle muffe.
Il fruttosio, inoltre, viene spesso utilizzato nei prodotti dolciari, perché ha un potere dolcificante piuttosto alto, che lo rende preferibile al saccarosio. I vantaggi sono anche quelli del risparmio, perché ne basta la metà, per ottenere lo stesso effetto che si avrebbe con il saccarosio.
I contro
Fra i contro del fruttosio, sicuramente va annoverato l’aumento del grasso. Corrisponde ad uno dei falsi miti alimentari il fatto che il fruttosio possa far dimagrire. Se se ne consumano quantità eccessive, il tutto va a svantaggio della nostra forma fisica, perché si verifica un innalzamento dei lipidi nel sangue, che ha come risultato finale l’accumulo di grasso.
Non bisogna poi dimenticare che il metabolismo del fruttosio determina una produzione sovrabbondante di acido urico. Si tratta di una molecola tossica, che deve essere espulsa dall’organismo, se non si vuole incorrere in altri problemi, come, per esempio, la gotta, determinata proprio dall’accumulo di acido urico nelle articolazioni.
Con l’uso del fruttosio in quantità eccessiva si può avere anche un aumento dei trigliceridi nel sangue. Inoltre a queste controindicazioni si può aggiungere anche il caso particolare rappresentato dalla fruttosemia. Quest’ultima è una malattia genetica che si manifesta a partire dai primi anni di vita. Se si assumono cibi contenenti fruttosio, si manifestano sintomi come vomito, ipoglicemia, danni a livello del fegato e ritardi nella crescita. Tutto ciò accade perché il fegato di questi soggetti non riesce a smaltire in maniera adeguata il fruttosio ingerito, il quale assume così un aspetto tossico.