Il Covid può danneggiare le nostre abilità cognitive

Alcuni studi evidenziano come il Covid danneggi anche il cervello e le abilità cognitive: si tratta di uno degli effetti a lungo termine della malattia.

covid uomo mascherina
Foto Pixabay | imperioame

Il virus Covid-19 può arrivare a colpire il nostro cervello e, se riscontrato in forma grave, può compromettere le nostre abilità cognitive, peggiorando addirittura il nostro quoziente intellettivo. Diversi studi hanno evidenziato il nesso tra l’infezione – soprattutto se manifestata con sintomi seri – e l’insorgenza di una sindrome neurologica.

Covid, i danni al cervello

Se durante la fase acuta della malattia le principali complicazioni riguardano l’apparato respiratorio, nei mesi successivi il Covid colpisce soprattutto il cervello. I dati emersi dallo studio COVID Next dell’Università di Brescia e dell’Istituto Neurologico Besta di Milano evidenziano che fino al 70% dei pazienti che hanno avuto sintomi medio-gravi riscontrano una sindrome neurologica. I problemi maggiormente diffusi post-Coronavirus sono disturbi di memoria e di concentrazione, insonnia e instabilità nell’umore.

È possibile che queste difficoltà neurologiche dipendano da alcune alterazioni della morfologia del cervello. Alcuni malati hanno infatti visto una riduzione volumetrica cerebrale, in alcune aree importanti dell’organo. Il problema va letto anche in ottica di mancata interazione sociale, a causa del lockdown cui ci ha costretti la pandemia. Ciò ha avuto effetti negativi nei giovani, con possibilità di sviluppare dipendenze e aumento di disturbi come ansia, depressione e stanchezza cronica. Ma l’assenza di stimoli di tipo sociale ha accelerato anche il decadimento cognitivo negli anziani.

Perché peggiorano le abilità cognitive?

Un altro studio pubblicato su Lancet ha allargato il quadro clinico, trovando un nesso tra covid e abilità cognitive. In base a questa ricerca, infatti, chi è guarito dal Covid può riscontrare un peggioramento delle proprie capacità cognitive, in particolare se ha contratto la malattia in forma grave o molto grave. Alcuni pazienti dopo essere guariti avrebbero perso addirittura 7 punti di quoziente intellettivo (QI). “Le abilità cognitive dei pazienti ricoverati che hanno dovuto ricorrere all’assistenza respiratoria sono peggiorate notevolmente” – si legge sullo studio – “più di quanto accada mediamente in dieci anni tra i 20 e i 70 anni di età”.

Lo studio, cominciato all’inizio del 2020 poco prima dello scoppio della pandemia, faceva inizialmente parte di un progetto che mirava a dipingere un quadro generale del quoziente intellettivo medio dei cittadini britannici. Con il peggiorare dell’emergenza sanitaria si è deciso di modificare l’obiettivo della ricerca. Si è arrivati dunque ad indagare in particolar modo come il virus potesse influenzare le nostre abilità cognitive. Lo studio ha analizzato i dati relativi a quasi 82.000 persone, 12.000 delle quali avevano contratto il virus Covid-19.

I principali problemi sono stati riscontrati nell’ambito dell’attenzione selettiva, del ragionamento e dell’organizzazione. La gravità dei problemi cognitivi sarebbe direttamente proporzionale alla gravità della malattia stessa. Ma anche chi ha contratto il Covid in forma lieve non sarebbe esente da rischi. Uno dei possibili motivi di tale peggioramento cognitivo potrebbe essere l’ipossia (ovvero la carenza di ossigeno), che può causare danni neurologici.

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