Articolo aggiornato il 13 Gennaio 2012
Il calcio è uno sport in cui i colpi di testa sono frequenti: questi mettono a dura prova il cervello. Quest’ultimo, secondo uno studio statunitense, ricevendo colpi di quel tipo subisce dei danni, anche gravi, che portano ad alterazioni cognitive, della memoria, della coordinazione psicomotoria. Ecco perché secondo gli studiosi la salute cerebrale dei numerosi calciatori, bambini e adulti, è a rischio.
Gli studi, che sottolineano i pericoli per questi sportivi, sono stati condotti dai ricercatori dell’Einstein College di New York, i cui risultati sono stati presentati durante il congresso della Radiological Society of North America. Gli studiosi hanno coinvolto 38 calciatori non professionisti, che sono stati sottoposti ad una particolare risonanza magnetica: l’imaging con tensore di diffusione, da indicazioni più “tridimensionali” delle strutture e aree studiate. Questo esame diagnostico è stato eseguito dopo aver chiesto ai calciatori di colpire la palla con la testa più o meno volte. I ricercatori hanno visto, grazie alla risonanza, che i ragazzi che avevano dato più colpi di testa presentavano un maggior numero di lesioni cerebrali, come se avessero subito una commozione cerebrale.
Secondo la ricerca, guidata dal dottor Michael Lipton, coordinatore della ricerca e direttore del Centro di Risonanza Magnetica dell’Einstein College, il danno cerebrale si evidenzia dopo un numero medio di colpi di testa (tra 1000 e 1500 all’anno). A che livello si instaurano le lesioni? Non direttamente le fibre nervose, ma dopo un po’ di tempo si danneggiano le cellule cerebrali. In particolare le aree interessate si trovano nel lobo frontale e nella regione temporo-occipitale laterale. Le funzioni di queste zone riguardano la memoria, la vista, l’attenzione. Queste zone possono essere danneggiate, a lungo andare, da numerosi colpi di testa al pallone, ecco perché i controlli devono essere sempre tempestivi e diretti.