I sintomi per riconoscere le principali malattie veneree

Le malattie veneree sono malattie infettive che si contraggono principalmente per contagio diretto durante i rapporti sessuali

I sintomi per riconoscere le principali malattie veneree

Articolo aggiornato il 4 Ottobre 2023

SOS malattie veneree? Chi non ha mai temuto che una leggerezza di troppo potesse riservare una brutta sorpresa, come una malattia venerea? Non ci stancheremo mai di dirlo: sì al sesso, ma a patto che sia sicuro! Diverse, infatti, sono le patologie che possono essere trasmesse da un rapporto sessuale non protetto (HIV compresa). Per questa ragione, abbiamo rivolto alcune domande al dr. Gianfranco Blaas, specialista in ginecologia, che ci ha aiutato a capire quali sono i rischi e come riconoscere i primi sintomi di un disturbo venereo.

Quando si parla di malattie veneree, e cosa si intende con questo termine?

In ambito medico, intendiamo per malattia venerea o malattia trasmissibile sessualmente una malattia infettiva che si trasmette principalmente per contagio diretto, in occasione di attività sessuali, inclusi i rapporti orali o anali.
Sono chiamate “veneree” in ricordo di Venere, che era conosciuta come la dea della bellezza e dell’amore “libero”(cioè di amore senza regole). Queste malattie possono essere legate alla presenza di virus (ad esempio l’AIDS), di microbi (sifilide), di funghi (candida albicans) o di parassiti (pidocchi del pube).

Le malattie veneree possono essere trasmesse solo attraverso rapporti sessuali non protetti o c’è un’altra modalità di trasmissione?

La trasmissione degli “agenti” che determinano la malattia è per lo più legata a contatto “sangue-sangue”, cioè attraverso zone di mucosa (per lo più) o cute, che presentino soluzioni di continuo (piccole abrasioni o ulcere) che permettono questo contatto diretto, senza la protezione della cute sana o senza la protezione di mezzi meccanici (come i profilattici). Teoricamente, le malattie sessualmente trasmesse possono derivare anche da contatto con oggetti contaminati, ma l’evento, soprattutto per quanto riguarda i virus (che vivono bene solo quando crescono entro cellule animali) è molto più difficile rispetto al contatto diretto. Comunque, soprattutto certi funghi, tipo la Candida (con varie sottospecie) resistono bene anche nell’ambiente esterno, per cui è consigliabile che gli oggetti relativi all’igiene personale (asciugamani, spazzolini per denti, ecc. ecc.) siano veramente usati da una sola persona.

Quali sono le malattie veneree più comuni?

Quando uno parla di malattie veneree, di solito fa riferimento solo ad alcune di esse, come la candidiasi, la tricomoniasi, la clamydia, l’herpes, la sifilide, la gonorrea, la legionbella, le infezioni da HPV, l’AIDS, ma in effetti sono molte di più le malattie trasmissibili prevalentemente con contatto sessuale non protetto, o attraverso il sangue (come succede a chi fa uso di siringhe già usate per drogarsi), come le epatiti B e C .
L’evoluzione di queste malattie è variabile: tende comunque a trasformarsi in una patologia cronica dell’apparato genitale, con complicanze, come sterilità o infezioni della cavità addominale. In alcuni casi, come per la sifilide o l’AIDS, se non curate adeguatamente possono avere esito anche mortale. Inoltre, alcune di queste malattie possono trasmettersi dalla madre al feto o attraverso l’allattamento e possono causare danni al feto stesso.

Come riconoscere i sintomi di una malattia venerea?

Dipende dalla fase della malattia, ma, per lo più, esse sono soprattutto in una prima fase non riconoscibili, mentre poi hanno caratteristiche tipiche.
L’esempio classico è la sifilide: in una prima fase appaiono ingrossati i linfonodi inguinali e compaiono ulcere sul pene o sulle grandi labbra; in una fase successiva, compaiono macchioline color rame diffuse, prima di estendersi al sistema nervoso.
Lo stesso dicasi per la gonorrea, che nella donna causa perdite vaginali abbondanti e nell’uomo i condilomi. Ciò che deve mettere in allarme sono dei segni che possono anche essere non indicativi di una malattia sessualmente trasmissibile in atto. Il riscontro di un arrossamento del pene o delle grandi e piccole labbra, o la presenza di escrescenze (per lo più dure al tatto), sia a livello femminile che maschile, la presenza di perdite maleodoranti, la riferita necessità di dover urinare spesso, accompagnata o meno da bruciori, sono sintomi che devono farci stare all’erta.
Purtroppo, però, le malattie sessualmente trasmesse sono spesso prive di sintomi evidenti. Il caso più eclatante è dato dalla infezione da virus del Papilloma Umano (HPV) di cui sono portatori sia uomini che donne, ma di cui si ammalano solo le donne. Di questo virus esistono un centinaio di “famiglie”, che per lo più sono a scarsa pericolosità, ma di cui purtroppo ci sono quattro “ famiglie” che possono portare al tumore maligno del collo dell’utero. È un virus talmente diffuso che si pensa che circa l’80% della popolazione sessualmente attiva ne sia contagiata. Come dicevo, solo una minima parte delle donne contagiate si ammalerà in modo più o meno grave, mentre per la maggior parte delle donne sarà il proprio sistema immunitario ad avere la meglio.

La cosa migliore da farsi?

Avere sempre rapporti protetti. Per il virus HPV, da alcuni anni vi è un vaccino che si sta dimostrando valido, ma la prevenzione ancor oggi più sicura è eseguire il pap test, che può evidenziare se è presente il virus e, con le ultime scoperte, anche identificare la pericolosità del ceppo.
Si è anche visto che la diffusione di tali malattie è facilitata dalla giovane età di chi ha rapporti, dalla promiscuità degli stessi, dalla scarsa igiene e dalla coesistenza con altre patologie che diminuiscono le nostre difese.

A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr. Gianfranco Blaas,
Medico Chirurgo Ginecologo

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