Guidare influenzati è come essere ubriachi

La guida per chi soffre dei sintomi influenzali è paragonabile a quella che si avrebbe durante lo stato di ebbrezza, con perdita dei riflessi, difficoltà a guidare e facilità a distrarsi

Articolo aggiornato il 11 Febbraio 2009

Influenza
Se anzicchè utilizzare gli etilometri le Forze dell’Ordine usassero particolari strumenti in grado di procedere ad una sorta di conta dei virus influenzali nel sangue, a chi è raffreddato potrebbero togliere immediatamente la patante; il motivo, guidare con tutti i sintomi del raffreddore addosso sortisce gli stessi effetti che si avrebbero dopo una bella bevuta di un superalcolico.
Infatti, la congestione nasale, aggiunta a quello stordimento e caduta dei riflessi rappresentata dal raffreddore, per non parlare della febbre, ottundono in maniera significativa il nostro stato di vigilanza un po’ alla stregua degli alcolici.
 
Secondo Federfarma Verona che ha condotto lo studio su indicazione di una Compagnia di assicurazione su un centinaio di automobilisti una parte dei quali prescelti fra i “ raffreddati” gli influenzati, i dolenti a seguito di un mal di testa e sugli stressati in generale che accusavano i postumi di queste malattie, tali patologie avrebbero effetti sui guidatori quantizzati in oltre il 10% di attenzione in meno, basti pensare la perdita di attenzione seguita da una serie di starnuti, il fatto di chiudere gli occhi per qualche secondo, la tosse, la ricerca del fazzoletto, per non contare i farmaci che si assumono per queste sintomatologie, consideriamo gli antistaminici che spesso sono aggiunti agli antinfiammatori, agli antipiretici o assunti tal quale, il mix è completo per guidare in maniera pericolosa.
 
“Smettiamo di fare i supereroi – commenta Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona – Queste notizie ci fanno capire quanto alta sia la responsabilità di chi si mette alla guida di qualsiasi mezzo. Cominciamo quindi a rivalutare anche le nostre potenzialità fisiche: se abbiamo l’influenza rimaniamo a casa per il giusto periodo valutato dal medico”.

Ti potrebbe interessare