Glicemia basale: valori normali e valori limite

La glicemia basale è il valore del glucosio presente nel sangue a digiuno

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Quali sono i valori normali e quelli limite della glicemia basale?
La glicemia basale è il valore del glucosio presente nel sangue in condizioni di digiuno, ed è un indicatore del metabolismo glucidico. È necessario verificare la glicemia basale in caso di sospetta diagnosi di diabete o per verificare l’andamento di questa patologia durante il trattamento farmacologico. Il dosaggio della glicemia basale, inoltre, viene prescritto dal ginecologo alle donne in gravidanza per valutare la possibile presenza di diabete gestazionale. L’esame viene eseguito al mattino, dal momento che la paziente deve essere a digiuno da almeno 8-12 ore.

Cosa sono glucosio e glicemia?

In medicina, la quantità di glucosio nel sangue, ossia lo zucchero, prende il nome di glicemia, di cui i livelli vengono analizzati e tenuti sotto controllo quando si sospetta la presenza del diabete. Il glucosio è la principale fonte di energia per il corpo umano, infatti i glucidi, chiamati anche carboidrati, si trovano nella frutta, nei cereali, nel pane, nella pasta e nel riso. Questi, una volta assimilati dall’organismo, si trasformano in glucosio portando all’innalzamento dei livelli di zucchero nel sangue.
Livelli anomali di glucosio possono essere indicativi della presenza di alcune patologie: un valore persistentemente elevato viene detto iperglicemia; mentre l’ipoglicemia identifica dei livelli troppo bassi.

Valori normali della glicemia

I livelli del glucosio nel sangue variano molto a seconda dei momenti della giornata, in relazione sopratutto ai pasti e in particolare a quando, cosa e quanto si è mangiato, e se è stata eseguita dell’attività fisica o meno.
I valori della glicemia basale si considerano nella norma quando sono compresi tra 70 e 110 mg/dl (milligrammi di glucosio per decilitro di sangue). I valori della glicemia dopo pranzo, invece, sono da considerarsi normali se inferiori a 140 mg/dl. Tuttavia, secondo la guida dell’OMS, dopo abbondanti pasti serali la glicemia può attestarsi intorno a 180 mg/dl. In entrambi i casi, il livello glicemico subisce un innalzamento derivato dall’entrata in circolo e dal conseguente assorbimento del glucosio. Il valore numerico che indica la quantità di glucosio presente nel sangue due ore dopo aver terminato un pasto, e quindi non a digiuno, si definisce col nome di glicemia postprandiale. Generalmente, questo valore rientra nei livelli basali entro 3-5 ore dall’ingestione del cibo.

Valori limite

Nel corso della giornata, il livello della glicemia viene sottoposta a delle fluttuazioni di origine fisiologica. Ma, quando non rientra nei valori normali e risulta troppo bassa o troppo alta, è di fondamentale importanza non sottovalutare la situazione e riuscire a riportare i valori nella giusta direzione. Quindi è necessario conoscere i due valori limite della glicemia, di seguito riportati.

Un livello troppo basso di glicemia si verifica quando non c’è abbastanza zucchero nel sangue e i livelli glicemici si aggirano al di sotto di 70mg/dl. Tra le cause dell’ipoglicemia, ci sono:

  • Assunzione di farmaci betabloccanti
  • Prolungata situazione di digiuno
  • Ipotiroidismo
  • Ipertermia
  • Neoplasia del pancreas o dell’ipofisi
  • Insufficienza renale
  • Errori congeniti del metabolismo
  • Gravi infezioni
  • Ipoglicemia reattiva
  • Stress fisico eccessivo
  • Assunzione di droghe
  • Eccesso d’alcool

Per alcuni pazienti l’ipoglicemia risulta asintomatica, ma tra le manifestazioni e i sintomi più comuni dell’ipoglicemia, si annoverano:

  • Sudorazione fredda
  • Tremore e palpitazioni
  • Nausea e vomito
  • Nervosismo e ansia
  • Cefalea
  • Fame eccessiva ed improvvisa
  • Pallore
  • Capogiri e vertigini
  • Senso di stanchezza e apatia
  • Cambiamenti dell’umore
  • Confusione
  • Intorpidimento di labbra e lingua
  • Deficit motori
  • Vista offuscata
  • Improvvisi problemi di linguaggio

La glicemia alta, invece, colpisce più facilmente i pazienti che fanno uso di farmaci contraccettivi e diuretici o che sono affetti da diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2, da ipertiroidismo, da insufficienza renale cronica, da pancreatite o nelle donne incinte con diabete gestazionale. Superati i valori limite è necessario rivolgersi immediatamente al medico per escludere, o confermare, la presenza del diabete.
Esistono molteplici fattori che possono determinare un incremento della glicemia nei soggetti diabetici, tra cui:

  • Eccessiva nutrizione
  • Mancanza di attività fisica
  • Disidratazione
  • Assunzione di farmaci come i cortisonici
  • Omissione di una dose di farmaco per il diabete
  • Eccessivo stress

I principali sintomi che si riscontrano nell’iperglicemia consistono in:

  • Aumento della sete e secchezza della bocca
  • Necessità frequente di urinare
  • Stanchezza
  • Vista offuscata
  • Inspiegabile perdita di peso
  • Infezioni ricorrenti, come candida, cistiti e della pelle
  • Idratarsi con acqua o bevande non zuccherate
  • Controllare la glicemia
  • Ridurre i carboidrati
  • Seguire una dieta ipocalorica

Inoltre, per giungere ad una diagnosi certa è necessario rivolgersi ad uno specialista, il quale consiglierà una serie di esami specifici incentrati sull’analisi del colesterolo, dei trigliceridi, dell’azotemia, della creatinina e dei valori glicemici a digiuno e dopo i pasti.

Esami glicemici

Per effettuare un miglior controllo glicemico nei pazienti diabetici,normalmente, viene effettuato l’esame dell’emoglobina glicata, o glicosilata, che permette al medico di valutare l’andamento medio dei valori glicemici del malato nell’arco di due-tre mesi. Questo test ha una duplice funzione: è indice attendibile dei valori di glicemia media di una persona diabetica, ma permette anche di verificare il possibile rischio di sviluppare complicanze legate a questa patologia che, fino a qualche anno fa, metteva a rischio oltre 6,5 milioni di italiani.

Glicemia alta in gravidanza

Avere la glicemia alta in gravidanza è una condizione che può essere dannosa sia per la gestante che per il bambino. Tuttavia, non sempre una condizione di glicemia alta in gravidanza porta allo sviluppo del diabete gestazionale, che presenta dei livelli glicemici superiori ai 200 mg/dl. Nella donna, l’iperglicemia in gravidanza si manifesta con gli stessi sintomi del diabetico. Nel bambino, invece, può comportare alcuni rischi come il crescere troppo (macrosomia) o troppo poco, soffrire di sindrome da distress respiratorio, sviluppare l’ittero o necessitare, dopo la nascita, di una trasfusione di glucosio.
Per evitare tali rischi, è necessario favorire il consumo di verdure, frutta, fibre e tutti quegli alimenti che non posseggono alto valore glicemico.

Glicemia alta al mattino

Al risveglio può verificarsi un rialzo dei valori di glicemia a causa di diversi fattori come lo stress, una dieta sbilanciata, la poca attività fisica o la mancanza di un riposo notturno di almeno 6-7 ore consecutive, ma può anche essere uno dei sintomi del diabete, specialmente nelle prime fasi di evoluzione della malattia. Nel caso delle persone a cui è già stato diagnosticato il diabete, la glicemia alta al mattino è un fenomeno molto frequente, che può essere tenuto sotto controllo con l’aumento del dosaggio di insulina o nella sua diminuzione, oppure nel cambiamento della terapia o dei tempi di somministrazione. Tuttavia, nel caso un soggetto non fosse a conoscenza del proprio stato di salute e avesse problemi di glicemia alta al mattino è necessario rivolgersi al proprio medico per effettuare i test del caso.