Il 22 settembre è la Giornata Mondiale della Narcolessia

La narcolessia è una malattia neurologica che provoca improvvisi attacchi di sonno durante le ore diurne: ad oggi non esistono cure, ma la ricerca prosegue.

Narcolessia
Foto Shutterstock | fizkes

Il 22 settembre ricorre la terza Giornata Mondiale della Narcolessia, un appuntamento che vuole sensibilizzare su un problema di salute fortunatamente abbastanza raro, ma che ha un grande impatto negativo sulla vita quotidiana di chi ne soffre. Questo evento rappresenta l’occasione giusta per tornare a parlare di una patologia neurologica che rende complicato svolgere anche le piccole attività di tutti i giorni. Le cause della narcolessia sono ancora in gran parte sconosciute, e non esiste una cura definitiva per la malattia. Perciò è quanto mai importante proseguire nella ricerca.

Narcolessia, cos’è e come si manifesta

La narcolessia è un disturbo del sonno catalogato tra le malattie neurologiche, dal momento che diversi studi hanno evidenziato il possibile ruolo di alcuni neurotrasmettitori nella sua insorgenza. Chi soffre di questa patologia presenta solitamente ridotti livelli di ipocretina, che potrebbe essere connessa nella regolazione delle fasi del sonno. Tuttavia, le precise cause della narcolessia non sono ancora state individuate. Esistono svariate ipotesi, come quella autoimmune o quella genetica. Inoltre negli anni passati si è puntato il dito contro il vaccino per l’influenza suina, che potrebbe aver provocato diversi casi di narcolessia.

Questa malattia si manifesta con sintomi piuttosto precisi. Chi ne soffre, infatti, mostra un’eccessiva sonnolenza diurna e improvvisi attacchi di sonno che compaiono anche mentre si è intenti in attività che richiedono attenzione. Tra gli altri sintomi, si possono elencare anche la cataplessia (ovvero l’improvvisa perdita di controllo di alcuni muscoli del corpo), le allucinazioni (soprattutto nel momento in cui dalla veglia si scivola verso il sonno), la paralisi del sonno e disturbi quali l’insonnia notturna.

Il soggetto narcolettico ha bisogno di dormire con grande frequenza durante il giorno, e ciò compromette notevolmente la sua vita quotidiana. Inoltre, gli improvvisi attacchi di sonno possono rivelarsi molto pericolosi, soprattutto se avvengono durante attività come la guida o l’utilizzo di macchinari. Questi episodi sono solitamente della durata di pochi minuti, ma possono protrarsi anche per un’ora o più. Al risveglio, il narcolettico si sente riposato. Ma dopo pochissimo tempo può provare nuovamente un gran sonno.

Narcolessia, alla ricerca di una cura

Dalla narcolessia non si può guarire. Chi ne soffre, può dover fare i conti con i suoi sintomi per tutta la vita. Tuttavia, ci sono diverse strategie che permettono al paziente di ridurre gli attacchi di sonno e migliorare così la sua qualità della vita. È innanzitutto fondamentale trovare una routine notturna: andare a dormire sempre alla stessa ora e cercare di riposare per almeno 8 ore sono regole che possono aiutare a tenere sotto controllo l’ipersonnia diurna. Anche fare qualche pisolino durante la giornata ha dimostrato efficacia nel ridurre la sonnolenza.

La ricerca continua a studiare per individuare rimedi farmacologici per la narcolessia. Attualmente, esistono alcune terapie che stimolano il sistema nervoso centrale per diminuire gli attacchi di sonno diurni. Inoltre il medico può somministrare farmaci che tengano sotto controllo gli altri sintomi della malattia, come la cataplessia e la paralisi del sonno.