Mutilazioni genitali femminili: sono almeno 200 milioni le donne che ne portano i segni

Si stima che 68 milioni di ragazze saranno infibulate tra il 2020 e il 2030 in 25 paesi in cui la mutilazione genitale femminile è ancora praticata

mutilazione genitali femminili
Foto Getty Images | Per-Anders Pettersson

Sono ameno 200 milioni le ragazze nel mondo che vivono con le cicatrici di una qualche forma di mutazione genitale, una forma di violenza che calpesta i diritti di bambine e giovani donne, mettendo a rischio non solo la loro salute fisica, ma anche il loro equilibrio psicologico. Una piaga antica, che ancora oggi affligge le giovani donne di molti paesi del mondo e che richiede da parte nostra una battaglia ancora più strenua, perché un mondo in cui le donne non sono libere, non è un mondo libero e giusto.

In occasione della Giornata Internazionale contro le mutilazioni dei genitali femminili, che ricorre ogni 6 febbraio, gli studiosi hanno delineato un quadro purtroppo ancora drammatico durante la conferenza nazionale Salute globale per la tutela delle donne: è possibile eradicare le Mutilazioni Genitali Femminili?

Mutilazioni genitali: le bambine più colpite

Le mutilazioni genitali vengono principalmente praticate sulle bambine dai 4 ai 14 anni di età e, in alcuni Paesi, persino alle bambine di meno di 1 anno, come accade in Eritrea, Mali e Yemen. Oltre alle complicanze che possono insorgere in seguito alle mutilazioni, si registra un aumento del rischio di trasmissione dell’HIV, ansia e depressione, complicazioni al momento del parto e, nei casi peggiori, la morte.

La difficile situazione di violenze fisiche e morali a cui ancora oggi sono sottoposte molte bambine nel mondo, trova nelle MGF una delle sue più efferate e odiose manifestazioni – spiega il prof. Aldo Morrone, direttore scientifico del San Gallicano – da situare nel più ampio quadro delle pratiche tradizionali pericolose che comprendono anche i matrimoni, gli aborti e le gravidanze in età adolescenziale“. E ancora: “Tutte queste pratiche violano i diritti umani delle bambine e mettono in serio pericolo il loro benessere, la salute sessuale e riproduttiva“.

Oltre 68 milioni destinate alla mutilazione

Sono circa 250 milioni le ragazze e le donne viventi oggi che sono state sottoposte a mutilazione dei genitali, ma il dato preoccupante è che i tassi sono in aumento, in risposta alla crescita della popolazione globale. Si stima, infatti, che 68 milioni di ragazze saranno infibulate tra il 2020 e il 2030 in 25 paesi in cui la mutilazione genitale femminile è praticata abitualmente. Si tratta di pratiche diffuse prevalentemente nell’Africa sub-sahariana e negli Stati arabi, ma anche in alcuni paesi dell’Asia, dell’Europa orientale e dell’America Latina.

4,1 milioni di ragazze infibulate solo nel 2020

Fin ad ora, è stato fatto molto per salvaguardare la dignità e l’integrità fisica e psicologica delle donne, ma non è stato sufficiente. Infatti, di fronte a un tasso in continua crescita, “probabilmente dobbiamo chiederci se non abbiamo sbagliato qualcosa nelle modalità di contrasto che abbiamo sino ad oggi adottato” riflette il prof Morrone, che invita a ripensare globalmente le strategie migliori per eradicare questa vergognosa pratica.