L’uso a lungo termine di gastroprotettori per il trattamento del reflusso e delle ulcere gastriche può comportare rischi per la salute, tra cui carenze nutrizionali, aumento del rischio di infezioni e possibili implicazioni per la salute ossea e cardiovascolare, ma non solo
I gastroprotettori, noti anche come inibitori della pompa protonica (PPI), sono farmaci comunemente prescritti per trattare il reflusso gastroesofageo e le ulcere gastriche. Sebbene siano efficaci nel fornire sollievo dai sintomi, è importante essere consapevoli dei potenziali rischi associati all’uso a lungo termine di questi farmaci. Recenti studi hanno sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti avversi e al possibile aumento del rischio di alcune malattie gravi.
I gastroprotettori agiscono riducendo la produzione di acido nello stomaco, diminuendo così il rischio di irritazione dell’esofago e dell’apparato gastrointestinale. L’uso prolungato di gastroprotettori può influire sulla capacità dello stomaco di assorbire adeguatamente alcuni nutrienti chiave, come il calcio, il magnesio, la vitamina B12 e il ferro. Questo può portare a carenze nutrizionali che, se non trattate, possono causare problemi di salute a lungo termine.
Gastroprotettori per lunghi periodi e rischio di demenza, uno studio sulla correlazione
L’uso prolungato di farmaci per il trattamento del reflusso gastroesofageo, potrebbe essere associato persino a un aumento del rischio di demenza. Secondo un recente studio pubblicato nella rivista “Neurology” dell’American Academy of Neurology, le persone che hanno assunto tali farmaci per un periodo di quattro anni e mezzo o più potrebbero avere fino al 33% in più di probabilità di sviluppare demenza rispetto a coloro che non ne fanno uso.

I gastroprotettori possono anche aumentare il rischio di infezioni gastrointestinali, in particolare quelle causate da batteri come il Clostridium difficile. La riduzione dell’acidità nello stomaco può creare un ambiente favorevole alla crescita di batteri nocivi.
Studi recenti hanno suggerito una possibile correlazione tra l’uso prolungato di gastroprotettori e un aumentato rischio di fratture ossee, soprattutto nel caso degli anziani. Inoltre, c’è stato un dibattito sulla possibile associazione tra l’uso a lungo termine di questi farmaci e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
È fondamentale adottare un approccio prudente e consultare un professionista medico prima di prendere decisioni riguardo all’uso continuato o alla sospensione dei gastroprotettori. Un piano di trattamento personalizzato e una gestione attenta dei rischi possono contribuire a garantire il benessere a lungo termine dei pazienti.
Anche se non è stata riscontrata alcuna correlazione tra l’uso a breve termine degli IPP e il rischio di demenza, il rischio è emerso quando l’uso di tali farmaci è stato protratto nel tempo. Secondo i risultati dello studio, coloro che hanno assunto farmaci anti-reflusso per oltre 4 anni hanno avuto un rischio di demenza aumentato del 33% rispetto a quelli che non hanno mai fatto uso di tali farmaci.
Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di un’attenta considerazione medica prima di apportare modifiche alle terapie attuali. Interrompere bruscamente l’assunzione di IPP potrebbe causare sintomi aggravati. Pertanto, è consigliabile discutere con un medico su possibili alternative o strategie di gestione prima di prendere decisioni riguardanti il trattamento a lungo termine con questi farmaci.