Fumo: nicotina aumentata ad insaputa dei fumatori

La quantità di nicotina, ad opera delle Case produttrici di tabacco e sigarette, è aumentata dell'11% negli ultimi sette anni; fatto grave, perchè aumenta la dipendenza, da parte dei fumatori, all'abitudine al fumo di sigarette

Articolo aggiornato il 3 Novembre 2008

Sigaretta
Sette anni, gli ultimi presi a riferimento, per confermarci l’insana abitudine dei produttori di sigarette di tenersi stretti i pochi, si fa per dire, ancora clienti rimastigli e per farlo, quale miglior modo che tenerli legati a se’,se non amplificando oltremodo la dipendenza dalla nicotina rendendo più ardua, da parte dei fumatori, la disassuefazione al vizio del fumo. A confermarci la tendenza dei produttori di sigarette ad agire in tal senso, l’evidenza di come sia aumentato sensibilmente il contenuto di nicotina dai pacchetti di sigarette, l’11% in più rispetto al passato e, poiché, il segreto della dipendenza dalla sigaretta, oltre che altrove, risiede in larga misura da quest’alcaloide, l’aver concentrato nel cilindretto di carta più nicotina rende più difficile liberarsi dal vizio agendo anche sul numero di boccate che ogni fumatore esercita con la sua sigaretta.
A renderlo noto un gruppo di ricercatori dell’Harvard School of Public Health di Boston (USA) che ha analizzato i livelli di nicotina nei diversi pacchetti di sigarette di marche quanto mai varie depositando il risultato ottenuto che ci mostra a chiare lettere che per ogni sigaretta fumata la quantità di nicotina è cresciuta dell’ 1,6% dal 1998 al 2006 .
 
“Le sigarette sono dei dispositivi di somministrazione di droghe ben regolati, progettati per perpetuare la pandemia del tabacco,” sostiene Howard Koh, che si occupa di salute pubblica ed è stato membro del Ministero della Salute del Massachusetts.
 
E dalla “Black List” dei produttori scorretti non vengono escluse neanche le sigarette definite Light e neanche le cosiddette mentolate, ovvero al mentolo. E questo non è certo un problema da poco, atteso che la nicotina ha riflessi negativi sulla salute, a livello dell’apparato cardiovascolare in primis, ma che all’aumentare dell’uso di sigarette aumenta anche l’esposizione e rapida trasformazione del cancro.
 
“Le nostre scoperte mettono in questione seriamente il fatto che l’industria del tabacco abbia rinunciato al suo intento di creare dipendenza nei fumatori dalla firma del trattato,” dice Gregory Connolly, direttore del programma di ricerca sul controllo del tabacco dell’Harvard School of Public Health. Connolly sostiene anche che le industrie del tabacco hanno sbagliato a non avvertire i consumatori dell’aumento del contenuto di nicotina dalla data del trattato del 1998, perché con questo hanno spronato gli stati USA ad aumentare i controlli sulle industrie.

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