Non c’è donna fertile al mondo che non si sia posto prima o poi il problema riguardo ai fibromi, veri e propri tumori benigni che originano dal muscolo dell’utero; tale interesse è dato dal fatto che la casistica relativa a questo tipo di tumore è sicuramente alta, visto che quasi 30 donne fertili su cento nel corso della loro vita vi sono andati incontro.
Per non parlare del fatto che oltre i quarant’anni di età, la possibilità che una donna possa esporsi al fibroma è ancora più alta. Detto ciò, vediamo di classificare i miomi o i fibromi uterini secondo le più recenti acquisizioni della materia.
I gradi della classificazione
La Società Europea di Isteroscopia ha classificato i fibromi uterini per gradi e così, partendo dallo zero, si considerano per primi quelle formazioni benigne che si localizzano a livello endocavitario e hanno consistenza sorttomucosa; il grado successivo “uno”, riguarda l’estensione del fibroma uterino che finisce per circondare almeno metà del miometrio, il grado due invece si ha quando oltre al miometrio il tumore si estende fra le mura dei muscoli uterini. Ma non è certo finita qui, visto che parliamo di fibroma singolo quando presente con una massa ben localizzata e compatta, mentre possibile è anche l’eventualità che il fibroma si possa presentare a gruppi di più piccoli fibromi ravvicinati e, ancora, tale formazione può presentarsi singolarmente e di forma ben delineata o a grappolo. Dunque tante classificazioni, tante distinzioni, che di fatto incidono sulla cura della patologia sia essa medica o chirurgica.
Fibromi uterini, l’eziologia
Ciò che solitamente tranquillizza la donna in preda ad un fibroma uterino è la benignità della neoplasia, visto che ben difficilmente una tale formazione si trasformerà in maligna originando metastasi e dunque è quasi sempre possibile intervenire laddove si sia formata la massa tumorale senza preoccuparsi di andare a ricercare altrove i frammenti dello stesso tumore. Resta il fatto che in assenza di cure adeguate la possibilità che il fibroma non si accresca sono molto ridotte e non potrebbe che essere così, se solo si pensa che è l’effetto indotto proprio dagli ormoni sessuali femminile a determinare tutto cio’. Ma non sono soltanto gli ormoni la causa dell’insorgenza dei fibromi uterini; non si può, ad esempio, escludere una certa ereditarietà della malattia o comunque una predisposizione familiare che esponga, ad esempio la figlia con madre interessata dal problema, nel corso della vita alla stessa patologia. Gravidanza e pillola contraccettiva a base di estrogeni, in donne predisposte, possono fare il resto!
I sintomi del fibroma uterino
Bisogna ricordare innanzitutto che l’età in cui vi sono maggiori probabilità di andare incontro alla patologia è quella compresa fra i 30 ed i 40 anni e comunque la possibilità di essere interessati da un fibroma uterino riguarda per lo più donne fertili le quali potrebbero anche essere destinatarie della patologia senza saperlo; non è raro il caso in cui si accorgano dell’ingombrante presenza soltanto in concomitanza di esami diagnostici richiesti per altra causa. Come in tante altre patologie, tuttavia, a palesare la presenza di un fibroma uterino è la grandezza della massa tumorale ed il suo interessamento con le strutture vicine.Uno dei sintomi che comunque per lo più allarmano la paziente è la concomitanza di mestruazioni eccessivamente abbondanti tanto diverse da quelle vissute fino a qualche tempo prima. Se a questo aggiungiamo il fatto che il ciclo mestruale di una donna affetta da un fibroma uterino finisce con lo sfinire la paziente per via della lunga durata del ciclo mestruale stesso accompagnato da inediti dolori pelvici, senso di pesantezza, anemia e un grado di spossatezza importante per la donna, possiamo cominciare a temere che di fronte a tali sintomi ci troviamo di fronte ad una patologia ascrivibile al fibroma stesso.
La stessa esigenza di ricorrere ad una minzione continua deve fare pensare all’eventuale possibilità di essere interessati dalla patologia per via della compressione esercitata dalla massa tumorale sulla vescica. Così come non possiamo anche non considerare un altro aspetto importante che è quello di assistere a questo tipo di tumori benigni anche in gravidanza, fatto tutt’altro che marginale se si considera che tale situazione può determinare anche un andamento negativo della gravidanza stessa con rischio di aborto e parto prematuro.
Come si giunge alla diagnosi di un fibroma uterino
La visita specialistica, seguita o meno da sintomi della neoplasia benigna è quella che dirada ogni dubbio sulla patologia venutasi ad istaurare; la stessa visita non potrà fare a meno di avvalersi di importanti indagini strumentali quali, in primis, l’ecografia che palesa non soltanto la presenza della massa tumorale, ma anche i suoi contorni, l’esatto numero di formazioni e la possibilità che esso si sia istaurato nella sede opportuna. Per non parlare che l’isteroscopia con o senza supporto ecografico riesce a “stanare” anche una piccola formazione magari collocata laddove non sia possibile intravederla con altri esami.
La terapia dei fibromi uterini
Ciò che più di tutto spaventa le donne affette da un fibroma uterino è il ricorso alla chirurgia per rimuovere la/le masse tumorali sia pure benigne al fine di riportare il quadro alla normalità. Nel possibile a parere dello specialista si tende invece ad orientarsi verso una terapia di tipo farmacologico, senza considerare che esistono forme tumorali ascrivibili al fibroma che si preferisce non trattare per nulla, viste le loro dimensioni, limitandosi a seguire il decorso della patologia. Per quanto attiene invece la terapia farmacologica la scelta del medico ricade su Fans ed antiemmorragici, i primi per ridurre l’infiammazione e il dolore, i secondi per limitare al massimo la metrorragia causata dalle mestruazioni eccessivamente abbondanti. A tale scelta terapeutica si aggiunge la possibilità di un trattamento a base di ormoni quali progestinici in associazione o meno con estrogeni, anche per scongiurare il rischio che la massa tumorale vada ad insistere a livello dell’endometrio. Ovvio che utilizzando tale trattamento la paziente dovrà essere messa a conoscenza che durante tuta la durata dello stesso non potrà sperare in una gravidanza, se non dopo aver sospeso l’assunzione del farmaco. Gli agonisti estroprogestinici andranno invece valutati di volta in volta a causa di effetti collaterali impegnativi che ne sconsigliano in determinati casi l’uso.
Il ricorso ai dispositivi intrauterini in grado di rilasciare nel tempo progestinici è salutato con interesse da medici e paziente che potrebbero quest’ultimi affrancarsi dai sintomi del fibroma uterino per un periodo anche di cinque anni, purchè si tenga presente che dopo circa un anno dalla rimozione del dispositivo potrebbe occorrere diverso tempo prima di assistere al ritorno del regolare ciclo mestruale.
E chiudiamo con la terapia chirurgica, senza addentrarci in un ambito specialistico qual è tale trattamento, ricordando invece che il ricorso all’isterectomia, ovvero l’asportazione dell’utero, ritenuto invasivo e ostativo per le future gravidanze, viene ridotto oggi al minimo possibile., anche se occorre dire che essendo un intervento risolutivo mette la donna al riparo da ulteriori fibromi uterini futuri. Con la miomectomia invece il chirurgo si limita a rimuovere soltanto il fibroma uterino senza intervenire, lasciando intatto l’utero, così come c’è anche da ricordare l’embolizzazione dell’arteria uterina che partendo dal presupposto di affamare la neoplasia, questa si riduca al punto da poter essere assorbita o estratta con maggiore facilità. L’intervento con ultrasuoni atti a bombardare il fibroma uterino con un procedimento che ci ricorda analogo bombardamento a livello dei calcoli renali è ultimamente praticato con successo.
Proprio le innumerevoli possibilità offerte dalla medicina e dalla chirurgia dovrà far ritenere l’evenienza di un fibroma uterino con un carico di tensione e ansia per la donna di gran lunga ridotto rispetto ad un tempo; anche solo considerando quest’aspetto c’è da augurarsi che ogni donna, di qualsiasi età, si rivolga allo specialista ogni qualvolta dovesse ravvisare cambiamenti del proprio stato clinico e, nello specifico, degli organi sessuali.
( Xagena2008 )
Fibromi uterini: cura con terapia farmacologica o chirurgica?
Per non parlare del fatto che oltre i quarant’anni di età, la possibilità che una donna possa esporsi al fibroma è ancora più alta
