Eutanasia: sui neonati accade già

Nel neonato eutanasia significa dato di fatto: nei bambini malati di gravi malformazioni, nei casi in cui non ci siano speranze dalla medicina, si usa, secondo quanto racconta la Dott.ssa Battajon, staccare la spina per lasciare morire senza troppe sofferenze. Ma i neonatologi rifiutano la parola eutanasia.

Articolo aggiornato il 24 Novembre 2008

NeonatologiaL’eutanasia sui neonati non sempre viene citata in elenco quando si parla di dolce morte, eppure è uno dei rari casi in cui il controllo sul paziente è reale e tangibile, dove non ci sono alternative alla decisione di vita o di morte da parte della struttura sanitaria, che sa con certezza quale e quanta è la speranza di vita di un neonato.
Nei casi di malformazioni congenite nel neonato si applica la prassi che prevede siano fatti gli interventi necessari per affrontare le patologie, valutandone gli esiti. Purtroppo sono parecchi i casi in cui, nonostante gli interventi, non ci sono speranze di sopravvivenza del neonato, che inutilmente porta a compimento un lento processo di sofferenza che lo conduce con certezza alla morte.  
 
E’ questo il caso di Treviso, che ha suscitato clamore nei media per quanto rivelato nei particolari dalla Dott.ssa, chiamata ad effettuare il distacco della macchina che lo teneva in vita, scelta decisa in conformità alla volontà manifesta dei due genitori presenti.  
 
La Dott.ssa Nadia Battajon, ora vittima degli attacchi dei media in fatto di eutanasia, ha applicato una scelta che segue le inicazioni contro l’accanimento terapeutico: non si tratta di vera e propria eutanasia, immediatamente appoggiano i colleghi neonatologi, ma di interruzione di cure straordinarie in un neonato senza speranza di vita.  
 
Non si tratterà tra queste righe di farne un caso polemico, ma se è vero quanto dichiarato dalla Dott.ssa in conferenza stampa, che spesso accade che si verifichi una situazione del genere nel reparto neonatologia, non si capisce come mai, allo stesso modo, quando si tratta con person malate di malattie terminali, non può essere seguita una linea di intervento coerente.  
 
Lontano allora dall’essere un caso isolato, quello di Treviso, servirà per fare emergere i dati reali di queste pratiche ospedaliere, per capire se, i genitori del piccolo, cullato tra le braccia fino alla fine, rappresentano la maggioranza o la minoranza dei genitori italiani.  
 
In altre parole: non sarà solo la valutazione della morale medica a essere utile per capire la logica delle scelte in fatto di salute del Governo italiano, ma iù che altro la valutazione dei dati di incidenza dei fenomeni o delle richieste che ci sono, incrociati con il parere statistico e analitico degli italiani.
Foto da Flickr

Ti potrebbe interessare