Dell’importanza di una moderata e regolare attività fisica per il benessere se ne è parlato già molto. Questo è uno dei pilastri alla base di una buona salute, assieme ad una corretta alimentazione. Solitamente, tuttavia, si fa riferimento ad una generica attività aerobica senza entrare nel dettaglio. Recenti studi hanno scoperto che anche gli esercizi di potenziamento muscolare sono utili, in particolare per ridurre il rischio di infarto e di morte prematura.
Gli esercizi utili contro l’infarto
La sedentarietà è un grande fattore di rischio per problemi di vario tipo: obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Fare un po’ di movimento è fondamentale per la salute. Sono tantissimi gli studi che rivelano i benefici dell’attività fisica aerobica, che si tratti di corsa, nuoto o anche solo di una semplice camminata a passo veloce. Gli effetti di questi sport sull’organismo? Una pressione più bassa, livelli di glicemia e di colesterolo sotto controllo, riduzione del tessuto adiposo, miglioramento del tono dell’umore e prevenzione di molte patologie.
Cosa sappiamo invece su ciò che accade nel nostro corpo quando facciamo esercizi di potenziamento muscolare? Gli esperti dell’Università di Tohoku, in collaborazione con altri due prestigiosi istituti giapponesi, hanno condotto un’importante attività di ricerca. La loro metanalisi, pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, ha preso in considerazione 16 studi che hanno indagato la correlazione tra allenamento di resistenza muscolare e rischio di mortalità. Sulla base dei dati di migliaia di volontari maggiori di 18 anni e in buone condizioni di salute, gli scienziati hanno tratto risultati interessanti.
La prima scoperta è decisamente importante: fare dai 30 ai 60 minuti di esercizi di potenziamento muscolare a settimana riduce il rischio di mortalità del 15%. Tasso che diminuisce addirittura del 40% se, a questi esercizi, viene abbinata anche dell’attività aerobica. Questo stesso schema di sport ha effetti positivi in particolare sul cuore. Ne risulta infatti una riduzione del rischio di infarto e altri problemi cardiovascolari dal 10% al 17%. Non sembrano esserci invece benefici per quanto riguarda la probabilità di ammalarsi di alcuni tipi di tumore.