Articolo aggiornato il 1 Novembre 2023
L’Escherichia coli sta mettendo in allarme il mondo, visto che stiamo assistendo ad una vera e propria psicosi, che ha portata molti a non consumare frutta e verdura per la paura del contagio. I casi di infezione sono aumentati sempre di più, mentre ancora non si è fatta del tutto chiarezza sulla situazione. Ma quali sono le cause e i sintomi tipici di questo tipo di infezione?
Escherichia coli: i sintomi dell’infezione provocata dal batterio
I sintomi dell’infezione determinata dall’Escherichia coli nella fase iniziale sono piuttosto lievi. Si tratta più che altro di mal di pancia e di diarrea senza tracce di sangue. Con il passare del tempo la situazione tende a peggiorare. In questo caso da persona a persona si assiste ad una variazione dei sintomi anche in base alla carica batterica. Tuttavia si può affermare che in generale si manifestano crampi addominali, vomito e diarrea con sangue. Si può avere anche la febbre, che di solito non supera i 38.5 °C. In genere si guarisce nell’arco di cinque o di sette giorni. In ogni caso non sembra esserci nessun rischio in Italia per il batterio killer.
Escherichia coli: le complicanze provocate dall’infezione
L’infezione da Escherichia coli può portare a delle complicanze. A questo proposito va ricordato l’insorgere della sindrome emolitico uremica: riduzione della diuresi, stanchezza, colorito non roseo delle guance e della mucosa della parte interna delle palpebre. È importante riconoscere i sintomi della sindrome emolitico uremica, perché solo un intervento tempestivo attraverso il ricovero in ospedale può portare a salvare il rene, ad evitare la dialisi e le possibili conseguenze fatali.
Escherichia coli: le cause del contagio e dell’infezione
Il contagio da Escherichia coli può essere determinato dall’ingestione di cibi o di acqua contaminati. Gli alimenti che risultano più a rischio sono le verdure e la carne di manzo macinata, che non viene cotta a sufficienza. Di conseguenza bisognerebbe stare attenti in particolare agli hamburger, ai salami e al latte non pastorizzato. Il batterio è in grado di svilupparsi nell’intestino degli animali, per cui i vegetali possono essere contaminati solo dall’esterno, ad esempio mediante l’irrigazione con acque infette. La causa principale dello sviluppo di ceppi batterici molto resistenti è costituita dal trattamento degli allevamenti di animali con antibiotici. Si può incorrere nell’infezione anche se si nuota in acque contaminate, se per caso dovesse capitare di ingerire accidentalmente l’acqua. È da ricordare che un individuo affetto può trasmettere per via oro-fecale l’infezione, se non si lavano con cura le mani, dopo essere andato in bagno. Ecco perché è importante sapere come difendersi dal batterio tossico attribuito al cetriolo killer. La parola d’ordine è prevenzione, anche se un’indagine sul rapporto tra igiene e salute ha messo in risalto che gli Italiani si lavano poco le mani.