Al Covid-19 e le sue sottovarianti, vaiolo delle scimmie e il virus Crimea-Congo (molto pericoloso), si sta aggiungendo, purtroppo, una inspiegabile diffusione di epatite acuta tra i bambini. Scopriamo i dettagli e le cause nell’articolo.
Epatite acuta tra i bambini, quali sono le cause?
L’OMS ha dichiarato un nuovo focolaio di epatite acuta tra i bambini, dalle cause inspiegabili. A non trovare una spiegazione solida e scientifica è soprattutto la drammatica realtà che questo virus stia colpendo soprattutto i bambini.
Gli scienziati e i comitati scientifici di tutti i paesi stanno lavorando in sinergia con l’OMS per capirne le cause. Proprio oggi è la Giornata mondiale dell’epatite che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’epatite virale.
Questo virus è responsabile dell’infiammazione del fegato e a malattie gravi come cirrosi e cancro. L’OMS si è proposta l’obbiettivo di eradicare l’epatite virale entro il 2030.
Esistono cinque tipi noti di virus dell’epatite – A, B, C, D ed E – che colpiscono ogni anno migliaia di persone, con sintomi che spesso sono irrilevanti e regrediscono da soli.
Solo in alcuni casi insorgono complicazioni che possono risultare fatali.
La causa del perché in questi ultimi mesi si stia diffondendo una forma di epatite acuta nei soggetti al di sotto dei 16 anni, è ancora sconosciuta ed è oggetto di studio.
Un altro fattore preoccupante è che non si riesca ancora a comprendere come si verifica l’infezione, quindi non si può escludere la trasmissione da uomo a uomo.
Quanto è diffusa l’epatite acuta nei bambini?
Dall’ultimo rapporto dell’OMS che fornisce aggiornamenti epidemiologici, emerge che sono 1.010 i casi di epatite acuta tra i bambini, in 35 paesi appartenenti all’OMS. I decessi sinora sono stati 22, morti per un’epatite fulminante; mentre 46 bambini hanno richiesto un trapianto urgente.
In Italia i casi di infezione registrati sono stati 36.
I primi casi sono stati segnalati il 5 aprile del 2022. Quasi la metà dei casi (48%) è stata segnalata nel nostro continente.
Secondo l’OMS il 48% degli infettati sono maschi e il 76%, ha meno di 6 anni. I sintomi più comuni sono nausea, vomito, ittero, debolezza, dolore addominale.
Se i sintomi peggiorano, di solito passano quattro giorni sino al ricovero in ospedale.
Il rischio per un’epidemia globale, attualmente, è considerato moderato, perché si attendono nuovi risultati dalle prove di laboratorio. L’OMS consiglia, nel caso si sospetti questo virus, di raccogliere il più presto possibile campioni di laboratorio per consentire una migliore diagnosi. Vi terremo aggiornati.