Quali sono i sintomi, i farmaci e i rimedi naturali per le emorroidi? Qual è la dieta adatta? Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto che hanno la funzione di contenere le feci: il termine, ad ogni modo, viene utilizzato spesso per indicare la malattia emorroidaria. Le emorroidi possono essere interne ed esterne. Spesso la patologia legata alle emorroidi si presenta in forma asintomatica: chi ne è affetto non ne ha consapevolezza e se ne accorge soltanto quando arriva alle complicanze, come il prolasso, il dolore e l’emorragia, che rende le emorroidi sanguinanti. Ma qual è la sintomatologia esatta legata alle emorroidi? Quali sono le cause? Come curare le emorroidi? Scopriamo di più in merito.
Cosa sono
Le emorroidi sono dei cuscinetti morbidi di tessuto e particolarmente vascolarizzati, che si trovano nella parte finale del retto e la cui funzione è quella di evacuare e contenere le feci.
Generalmente, le emorroidi non vengono avvertite dal soggetto ma, in casi particolari, possono gonfiarsi e dare origine ai sintomi classici della malattia emorroidaria: ecco che il termine “emorroidi” viene spesso, impropriamente, utilizzato per descrivere quella circostanza in cui le vene emorroidali si dilatano in modo eccessivo, formando delle varici o quando il cedimento della mucosa rettale spinge verso l’esterno le emorroidi interne che, di conseguenza, trascinano fuori anche quelle esterne, provocando i sintomi tipici della patologia.
Il disturbo legato alle emorroidi è caratterizzato da prolasso, dolore e sanguinamento.
Le cause possono essere diverse e, per guarire, è necessario intraprendere una cura a base di farmaci specifici, stando attenti anche all’alimentazione.
Le emorroidi rappresentano una delle patologie anali più frequenti: pare, infatti, che colpiscano almeno una volta nella vita circa il 90 per cento della popolazione.
Le tipologie
Esistono varie tipologie di emorroidi. Prima di tutto, a seconda della loro ubicazione, le emorroidi possono essere sia interne che esterne: le prime si trovano nel canale anale interno e sono, tendenzialmente, indolori; mentre, le seconde sono al di fuori e interessano il bordo muco-cutaneo, sviluppandosi vicino l’ano e provocando dolore.
A seconda dell’entità della patologia, le emorroidi possono essere classificate in quattro gradi di gravità:
- Emorroidi di I grado: queste restano all’interno dell’ano e ci si accorge della loro presenza a causa di sanguinamento, ma spesso non vi è dolore;
- Emorroidi di II grado: generalmente, restano all’interno e fuoriescono al momento della defecazione, causando fastidio e sanguinamento, ma rientrando spontaneamente;
- Emorroidi di III grado: queste prolassano all’esterno in modo definitivo e doloroso, per cui necessitano di un intervento per poter essere riposizionate all’interno del canale anale;
- Emorroidi di IV grado: il prolasso è completo e le emorroidi sono collocate, perennemente, all’esterno, per cui non è possibile ricollocarle all’interno manualmente.
Ad ogni modo, il dolore può comparire, anche intensamente, in qualunque stadio della malattia emorroidiaria.
Tipologia | Sintomi | Cause |
---|---|---|
Emorroidi esterne | Gonfiore, dolore, prurito, sanguinamento | Infiammazioni, sforzi eccessivi, sedentarietà, diarrea cronica, stitichezza cronica, gravidanza, Morbo di Crohn, alimentazione errata |
Emorroidi interne | Sanguinamento, dolore, infiammazione, prurito, anemia, coaguli di sangue | Età, stile di vita scorretto, alimentazione errata, ereditarietà, stitichezza cronica, diarrea cronica, problemi di circolazione sanguigna, abuso di lassativi, sedentarietà, sforzi eccessivi, abuso di alcol o nicotina |
Emorroidi a grappolo | Dolore, sanguinamento, prurito anale, perdite, sensazione di fastidio | Stitichezza cronica, gravidanza o parto, squilibri ormonali, stress, cattiva alimentazione, fumo |
Emorroidi in gravidanza | Sanguinamento, dolore, gonfiore, fastidio, prurito anale, bruciore, sensazione di pesantezza, secchezza, ragadi anali | Cambiamenti ormonali, aumento del volume dell’utero, pressione esercitata dall’utero, ereditarietà, fragilità capillare, stipsi cronica, la sedentarietà |
Le emorroidi esterne
Le emorroidi esterne sono il risultato di una infiammazione delle vene che si trovano nell’ano e nel retto: queste sono facilmente individuabili, in quanto si sviluppano all’esterno della zona perianale.
Sebbene non si tratti di un disturbo grave, le emorroidi esterne possono peggiorare fino a rendere il dolore insopportabile.
Le cause delle emorroidi esterne sono riconducibili ad una forte pressione addominale dovuta a sforzi eccessivi, infiammazioni, sedentarietà, alimentazione errata, diarrea o stitichezza cronica, ma anche Morbo di Crohn e gravidanza.
I sintomi delle emorroidi esterne includono dolore cronico o acuto, prurito anale, gonfiore e sanguinamento. Il periodo di infiammazione può variare da soggetto a soggetto.
Le emorroidi interne
Le emorroidi interne sono visibili soltanto tramite esame endoscopico, dato che sono collocate all’interno dell’ano.
I sintomi delle emorroidi interne possono includere dolore, sanguinamento, infiammazione e prurito, oltre ad anemia e alla formazione di coaguli di sangue, nei casi più gravi.
Le cause delle emorroidi interne sono dei fattori predisponenti come l’età, lo stile di vita scorretto, l’alimentazione errata, l’ereditarietà, sforzi eccessivi, stitichezza o diarrea cronica, problemi di circolazione sanguigna, abuso di lassativi, sedentarietà e abuso di alcol o nicotina.
Le emorroidi a grappolo
Si parla di emorroidi a grappolo quando queste prolassano, fuoriuscendo dall’orifizio anale e presentandosi al tatto come piccole palline che ricordano un grappolo d’uva.
I sintomi delle emorroidi a grappolo sono facilmente riconoscibili e includono dolore, sanguinamento, prurito anale, perdite e sensazione di fastidio.
Tra le cause delle emorroidi a grappolo, ci sono la stitichezza, la gravidanza o il parto, squilibri ormonali, stress, cattiva alimentazione o fumo.
Le emorroidi in gravidanza
Le emorroidi in gravidanza sono abbastanza comuni, soprattutto in chi è predisposto geneticamente e ha una maggiore fragilità capillare.
Durante la gestazione, nella zona anale, vi è una maggiore quantità di sangue e i vasi risultano essere indeboliti, provocando le emorroidi. Anche i cambiamenti ormonali e un aumento del volume dell’utero, così come la pressione da esso esercitata possono svolgere un ruolo considerevole nella comparsa del disturbo.
I sintomi delle emorroidi in gravidanza possono essere il sanguinamento, il dolore, il gonfiore attorno all’ano, il fastidio, il prurito anale e il bruciore, oltre a secchezza locale, sensazione di pesantezza e ragadi anali.
Tra le cause delle emorroidi in gravidanza, anche la stipsi e la sedentarietà.
I sintomi
I sintomi delle emorroidi sono abbastanza caratteristici e possono includere:
- Dolore anale;
- Prolasso;
- Prurito anale;
- Mucorrea, ovvero perdita di muco dall’ano;
- Sensazione di fastidio;
- Infiammazione;
- Sanguinamento, il disturbo più frequente;
- Bruciore anale;
- Gonfiore.
Le emorroidi sanguinanti sono uno dei sintomi più frequenti: il soggetto se ne rende conto al momento della defecazione, quando l’emorragia è di colore rosso vivo, a differenza di quella proveniente dal colon che presenta un rosso scuro. L’emorragia può essere abbondante.
La malattia tende a progredire nel corso del tempo: i cuscinetti emorroidari tendono a fuoriuscire durante la defecazione, a volte rientrando spontaneamente – come spiegato prima – ma, a poco a poco, finiscono col presentare la necessità di essere riposizionati manualmente nell’ano.
Nella fase più avanzata della patologia, i cuscinetti restano sempre all’esterno: è il caso delle emorroidi prolassate, che vanno incontro a diverse complicanze.
Solo in alcuni casi, le emorroidi possono essere asintomatiche.
Le complicazioni
Tra le complicazioni delle emorroidi, ci sono:
- Formazione di coaguli, ovvero la trombosi emorroidaria;
- Necrosi;
- Ulcerazione;
- Incontinenza fecale;
- Anemia per l’eccessivo sanguinamento.
La trombosi è una delle complicanze più frequenti, che può interessare sia le emorroidi esterne che, più raramente, quelle interne: si verifica, quindi, un trombo (coagulo di sangue) all’interno della varice infiammata.
Le cause
Le cause e i fattori di rischio delle emorroidi da tenere in considerazione sono molteplici e includono:
- Abitudini igieniche errate, come il soffermarsi a leggere in bagno da seduti o il non assecondare lo stimolo dell’evacuazione;
- Stitichezza cronica;
- Diarrea;
- Sedentarietà;
- Sforzi eccessivi;
- Alcuni sport, come il ciclismo e l’equitazione;
- Abuso di lassativi;
- Predisposizione genetica;
- Abuso di alcol, fumo o droghe;
- Alimentazione errata, povera di fibre;
- Tumori;
- Stress cronico;
- Invecchiamento;
- Stile di vita scorretto;
- Ereditarietà;
- Fragilità capillare;
- Gravidanza o parto;
- Particolari condizioni ormonali che influiscono sul tessuto vascolare, per esempio quelle durante la gravidanza.
La diagnosi
Alla comparsa di segni e sintomatologia, è consigliabile rivolgersi al proprio medico, in modo tale che – tramite una serie di analisi ed esami – possa stabilire la diagnosi e la terapia più adatta al caso specifico.
Oltre allo studio dei sintomi e alla classica visita medica, potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test di approfondimento, così da escludere o meno la presenza di altre malattie: ad esempio, tramite l’anoscopia e l’ispezione dell’ano e del retto.
I sintomi caratteristici legati alle emorroidi sono comuni a molte altre patologie, per cui è necessario indagare a fondo per una diagnosi corretta e tempestiva.
La cura
Qual è la cura contro le emorroidi? Il trattamento dipenderà dalla gravità della condizione e spetterà al medico stabilire il principio attivo, la posologia e la durata della terapia più indicata per il paziente.
I farmaci
Come curare le emorroidi? In linea generale, la terapia sintomatica è sufficiente. Nei casi più lievi, è possibile trattare il problema con l’applicazione topica di farmaci ad azione decongestionante e creme anestetiche ed emollienti: ad esempio, pomate e supposte.
Soprattutto nella fase acuta della patologia, consigliati sono quei farmaci, per lo più usati topicamente sotto forma di gel, creme, pomate a base di FANS, anestetici locali, decongestionanti, antispastici e preparati che detengono nella loro formulazione anche dei farmaci corticosteroidi.
Da ricordare che è buona norma informare il medico degli eventuali insuccessi di tali terapie se protrattesi per più di 7-10 giorni.
A questa terapia locale, può essere associata una terapia a base di venoprotettori a dosi generose sotto forma di compresse o capsule, spesso reperibili nell’ambito dei preparati facenti capo agli integratori che detengano giuste quantità di centella asiatica, ananas, bioflavonoidi e mirtillo: a giudizio del medico possono anche essere aggiunti antiedemigeni su base sintetica.
L’intervento
Quando nessuno di questi metodi sortisce effetto e nei casi più gravi, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico per le emorroidi. Questo può differenziarsi in:
- Emorroidectomia: asportazione tradizionale delle emorroidi.
- Metodo Longo: riposizionamento delle emorroidi prolassate.
- Metodo THD: sutura dei rami terminali dell’arteria rettale superiore – ovvero, quella che porta il sangue alle emorroidi – e riposizionamento della muscosa nella sede naturale.
- Laserterapia: operazione chirurgica non invasiva e sicura, in grado di prosciugare le emorroidi.
- Legatura elastica: una fascia elastica viene applicata attorno alla base delle emorroidi esterne, impedendo l’afflusso di sangue, così che queste si restringano e scompaiano.
- Crioterapia: tramite il congelamento dell’emorroide con il protossido d’azoto, viene distrutto il nodo emorroidario.
I tempi di recupero del Metodo Longo e del Metodo THD sono più rapidi rispetto alla classica emorroidectomia: infatti, la ripresa avviene in circa 7-15 giorni rispetto alle 4-6 settimane previste con l’intervento tradizionale.
La scelta dell’intervento più adatto dovrà essere compiuta dallo specialista, dopo aver analizzato i risultati della visita specialistica proctologica.
I rimedi
Ci sono, poi, anche altri rimedi contro le emorroidi. Prima di tutto, è necessario stabilire un’adeguata igiene intima: sarà necessario, ad esempio, detergere la zona interessata con dell’acqua tiepida e del sapone a pH acido per favorire la guarigione e allontanare il rischio di infezioni, sia la mattina che la sera e, comunque, dopo ogni evacuazione. A tal proposito, non andranno effettuati dei lavaggi con acqua gelida, poiché lo spasmo della muscolatura anale potrebbe provocare lo strozzamento dei noduli emorroidali. Ricordate anche di asciugare sempre, in modo accurato, la zona anale e genitale.
Da non sottovalutare, è anche l’importanza dell’attività fisica, in special modo se si tratta di un soggetto tendente alla sedentarietà.
I rimedi naturali
Come curare le emorroidi in modo naturale? Quali sono i rimedi contro le emorroidi sanguinanti? Innanzitutto, è bene procedere con l’applicazione di impacchi di ghiaccio sulla zona anale: si può ricorrere a questa soluzione fino a cinque volte al giorno, avvolgendo il ghiaccio in un sacchetto e tenendolo appoggiato per almeno 10 o 15 minuti ogni volta.
Si possono, poi, utilizzare le proprietà di alcune piante contro le emorroidi:
- Cipresso, come olio essenziale: ottimo rimedio fitoterapico che ha un ricco contenuto di flavonoidi e di polifenoli, i quali sono implicati nel miglioramento della circolazione sanguigna.
- Corteccia di ippocastano: riesce a trattare sintomi come prurito e dolore.
- Aloe vera: può aiutare quando il retto è dolorante, grazie alle proprietà antinfiammatorie e lenitive.
- Quercia bianca: rafforza le pareti vascolari.
- Rusco: pianta ricca di saponine ad azione astringente e vasocostrittrice.
- Amamelide: dalle proprietà antiflogistiche, cicatrizzanti e astringenti.
- Iperico: dalle proprietà astringenti, disinfettanti e cicatrizzanti.
- Menta ed eucalipto: sotto forma di oli essenziali per un effetto anestetico-rinfrescante immediato.
- Elicrisio: sotto forma di olio essenziale, dalle proprietà antinfiammatorie e analgesiche o come crema e pomata per emorroidi ad uso topico.
- Ippocastano: la sua corteccia contiene diverse sostanze in grado alleviare l’infiammazione.
- Centella: agisce a livello dei vasi arteriosi con azione antinfiammatoria e vasoprotettrice.
Anche alcune creme, pomate e gel naturali, ad applicazioni topica e ad azione emolliente, possono essere di aiuto: ad esempio, a base di mandorle dolci, burro di karitè, olio di jojoba o menta.
È possibile, poi, assumere degli integratori a base di ananas, achillea, malva, tormentilla, verbasco, ippocastano e cipresso, così come probiotici e prebiotici.
La dieta
Qual è la dieta per prevenire e curare le emorroidi? L’alimentazione ha un ruolo estremamente importante: contro le emorroidi, occorre seguire una dieta equilibrata ricca di fibre e di acqua, in modo tale da regolarizzare le funzioni intestinali.
Pertanto, è fondamentale mangiare cibi ricchi di fibre, per favorire la formazione di feci morbide: molto indicati, a questo proposito, sono la frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
Portare avanti un’accurata dieta per le emorroidi ha l’obiettivo di abbassare il pH delle feci.
Per favorire la regolarità intestinale, si può bere l’acqua delle prugne, dopo che i frutti si sono lasciati in ammollo per un’intera notte: l’acqua va filtrata e presa come prima bevanda del mattino, a stomaco vuoto. Le stesse prugne, poi, possono essere mangiate a colazione.
È possibile assumere anche delle tisane contro le emorroidi, come quelle con i semi di ippocastano, di achillea millefoglie, di equiseto e di ribes nero.
Vediamo una possibile dieta tipo, creata appositamente seguendo le linee guida dei cibi consigliati e quelli da evitare in presenza di emorroidi.
Pasto | Cibi |
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Colazione | Frutto di stagione, 20-30grammi di mandorle, 2 cucchiai di uvetta, mezzo pompelmo e una tazza di tè verde o un infuso di zenzero |
Spuntino | Frutto di stagione, mezza tazza di succo d’arancia |
Pranzo | Tazza di zuppa di verdure, un panino di quinoa, lattuga, mezza tazza di fagioli al forno, una mela di medie dimensioni |
Merenda | Frutto di stagione, mezza tazza di succo d’arancia |
Cena | Insalata, 2 etti di patate con le verdure e i semi di sesamo, broccoli, 20-30 grammi di arachidi, tisana al finocchio o camomilla |
I cibi da evitare
Qual è l’alimentazione consigliata contro le emorroidi? Nella tabella, è possibile leggere alcuni degli alimenti consigliati e degli alimenti da evitare.
Alimenti consigliati | Alimenti da evitare |
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Bacche di ribes nero e rosso | Cereali raffinati |
Succhi di frutta | Pomodoro |
Mirtillo | Cioccolato e cacao |
Melone | Bibite gassate |
Avena | Alcolici |
Patata | Spezie |
Yogurt | Frutti di mare e crostacei |
Olio d’oliva | Ravanelli |
Aceto di mele | Tartufo |
Olio di semi di lino | Melanzane |
Cavolo | Fritture |
Barbabietola rossa | Cibi grassi |
Brodo di carne | Cibi piccanti |
Castagna | Formaggi grassi |
Cavolo | Carne in scatola |
Cartamo | Insaccati |
Crusca | Caffè |
Lievito | Tè |
Limone (in caso di diarrea) | Mandorle |
Polline | Senape |
Porro | Rafano |
Salvia | Zucchero |
Tarassaco | Peperone |
Inoltre, è meglio evitare, contro la costipazione, alcuni i cibi ricchi di sale e zuccherati, oltre ad alimenti come il gelato, i formaggi, la carne e i prodotti trattati, oltre che le fritture e i grassi animali, in generale.
Devono essere evitati, inoltre, cibi irritanti, grassi e piccanti come peperoncino, pepe, rafano, senape, wasabi, zenzero, aglio, ravanello e cipolla.
La prognosi
Infine, la prognosi dipenderà da diversi fattori, come la tempestività di intervento, la gravità della condizione e la causa scatenante, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente.
Tendenzialmente, la prognosi è positiva, quando la diagnosi e la cura sono corrette: ad ogni modo, non si tratta di una patologia grave per la salute, ma può provocare comunque delle complicazioni serie.