Emorragia cerebrale: le conseguenze

In caso di emorragia cerebrale severa le possibilità di sopravvivenza o di recupero funzionale degli organi interessati dall'evento sono davvero poche, al contrario di quanto avviene nell'ischemia cerebrale, dove il recupero a volte è possibile

Intervento_per_emorragia_cerebrale
Per capire le conseguenze che si hanno nel caso di un’emorragia cerebrale possiamo anche pensare all’ischemia cerebrale, ovvero, a quella condizione patologica determinata dalla mancanza, per un certo lasso di tempo, di ossigeno nel cervello non tanto per stabilirne le cause che possono essere del tutto differenti, ma per meglio comprendere i meccanismi che regolano l’afflusso ematico a quest’organo. Infatti, bisogna ricordare che il cervello è un organo delicatissimo che rischia di rovinarsi in maniera irreversibile a causa dell’interruzione della irrorazione ematica anche per pochi minuti.

Se pensiamo che l’apporto di sangue e relativo ossigeno al cervello è garantito dalle due arterie carotidi e dalle due vertebrali all’interno di in una struttura complessa e che ogni interruzione del flusso per qualunque causa avvenuta a questi livelli determina la morte parziale cerebrale e che in assenza di sangue, il cervello non ha modo di reperirlo da nessun’altra parte oltre le vie appena citate, in caso di interruzione del circolo, si capisce bene che, laddove si sia avuto un insulto cerebrale a causa di un’emorragia o di un’ostruzione che ha impedito al sangue di passare, il cervello si danneggia in maniera spesso irreversibile.

I danni manifesti della sindrome

 
Nel caso di emorragia cerebrale, una conseguenza più grave ancora dell’ischemia cerebrale, i danni all’organo possono essere gli stessi in entrambe le evenienze ma il recupero della funzionalità del cervello e degli altri organi coinvolti dall’evento possono essere più gravi nell’emorragia. In quest’ultimo caso il danno è determinato dalla compressione causata dall’ematoma venutosi a creare dopo la rottura di un vaso interno generalmente a causa di un arteria compromessa dall’arteriosclerosi, oppure, da uno sbalzo improvviso della pressione del sangue, o, anche,dalla rottura di una malformazione a causa di un aneurisma, così come lo stesso trauma cranico e, raramente un tumore, o una causa infettiva, possono portare le stesse conseguenze per il paziente che subisce un evento del genere.

I sintomi

 
Nel caso di un’emorragia cerebrale da rottura di un vaso interno i sintomi per il paziente possono essere diversi a seconda della sede del danno e della gravità dello stesso e possono presentarsi singolarmente o insieme a delineare il quadro clinico generale. Così, quando ad esempio, la rottura di un vaso è preceduto da uno stillicidio il paziente lamenta una cefalea ingravescente seguita da vomito encefalico incoercibile fino a giungere al coma e, talora, alla morte.

Le conseguenze

 
Come conseguenza di un’emorragia cerebrale nel soggetto che sopravviva all’evento, per lo più restano i segni irreversibili di una emiplegia laterale e nello specifico dal lato opposto a quello dove si è verificata la rottura del vaso, accompagnato da disartria, ovvero difficoltà dell’eloquio e nel paziente in coma rileviamo come lo stesso presenti una deviazione del capo e degli occhi nello stesso lato della lesione subita.
 
In caso di emorragia cerebrale tale segni possono accompagnarsi a disturbi respiratori anche severi, disturbi della frequenza cardiaca, anomalie alle pupille con midriasi ed il coma può essere preceduto da perdita di coscienza reversibile ed intermittente, fino, sovente, alla morte.

Prognosi

 
La prognosi in caso di emorragia cerebrale dipende dalla vastità della lesione subita dal cervello, generalmente chi subisce la perdita di coscienza irreversibile ha molte più possibilità di morire a causa dell’evento rispetto a chi resta sveglio, tanto da potere affermare che la percentuale di decessi da emorragia cerebrale va dal 60 al 90% dei casi e dunque più pesante rispetto ad un’ischemia cerebrale ; ciò vale anche per il recupero dell’ammalato visto che i pazienti che sopravvivono ad un’emorragia cerebrale hanno di gran lunga minori possibilità di recupero rispetto a quelli colpiti da un’ischemia.