Emorragia cerebrale: cause, sintomi e terapia

L’emorragia cerebrale è una condizione neurologica dovuta alla rottura di un vaso arterioso e quindi, conseguentemente, alla fuoriuscita di sangue

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emorragia cerebrale cause sintomi terapiaL’emorragia cerebrale è una condizione neurologica acuta dovuta alla rottura di un vaso arterioso cerebrale (o aneurisma nel caso in cui vi sia una deformazione di un’arteria) con conseguente fuoriuscita cospicua di sangue. Quest’ultima può avvenire in diverse zone del cervello, profonde (come la capsula interna o il talamo) e più superficiali (come la sostanza bianca parietale, frontale o occipitale). L’emorragia cerebrale è una conseguenza molto grave dovuta a vari fattori, tra i quali in primis l’ipertensione arteriosa. Oltre a questa patologia rientrano tra le cause anche malformazioni vascolari, come appunto gli aneurismi, gli effetti indesiderati causati da farmaci anticoagulanti, ma anche tumori e malattie emorragiche, come l’emofilia e la coagulazione intravascolare disseminata. Recentemente è stato, però, condotto uno studio da ricercatori coreani del Dipartimento di Neurologia del Seoul National University Hospital, sul fumo come causa di emorragia sub-aracnoidea (ESA), ossia a livello dell’aracnoide e della pia madre, due delle tre meningi che avvolgono il cervello. Secondo la ricerca, condotta su 426 casi di emorragia sub-aracnoidea confrontati con uno stesso numero di volontari che non avevano avuto nessun episodio emorragico, il fumo triplicherebbe il rischio.

I sintomi di un’emorragia cerebrale

I sintomi dell’emorragia cerebrale dipendono da vari fattori: la zona interessata, la causa, l’entità della fuoriuscita di sangue. Ci può essere la comparsa di confusione mentale, di vomiti, di dolore, di afasia (difficoltà nel parlare); ma possono comparire anche incoscienza e coma. Dobbiamo pensare che il cervello è l’organo che ci permette di organizzare, attraverso i processi cognitivi, il movimento, il comportamento, il linguaggio, il ragionamento, e quando questo subisce un danno o una lesione così grave vengono compromesse tutte queste facoltà, e in casi troppo gravi anche la vita stessa (la possibilità di sopravvivenza in seguito alla rottura di un aneurisma sono pari al 50%). Nella maggior parte dei casi chi sopravvive ad un episodio emorragico deve fare i conti con la disabilità. Come accennato sopra, a seconda della zona cerebrale interessata, vengono compromesse varie funzionalità, da quella motoria (paresi e spasticità) a quella del linguaggio (difficoltà e impossibilità nel parlare o nel coordinare le parole) a quella cognitiva (problemi alla memoria). Per quanto riguarda la diagnosi, oltre alla sintomatologia vista sopra, è necessario sottoporre il paziente a specifici esami diagnostici, come la TAC (tomografia assiale computerizzata) che inizialmente evidenzia le aree ischemiche; in un secondo momento la risonanza magnetica per monitorare il riassorbimento di un eventuale ematoma oppure di successive perdite ematiche; e come ultimo, ma non meno importante, l’angiografia per evidenziare tumori o malformazioni vascolari.

Rimedi e terapia

Secondo lo studio coreano il rischio di emorragia sub-aracnoidea aumenta con il numero delle sigarette fumate e quindi con gli anni in cui si è mantenuto questo vizio. Per ridurre il rischio ( gli studiosi parlano addirittura del 59%) è necessario smettere il prima possibile. È normale che se si è fumato per circa 20 o più anni il rischio di incorrere in un’emorragia cerebrale raddoppia rispetto a chi non ha mai fumato. Quindi seguire uno stile di vita sano come evitare il fumo, ma anche un’alimentazione corretta, recarsi dal proprio medico e sottoporsi a tutti gli esami necessari regolarmente, può, sicuramente salvaguardare la nostra salute. Nei casi in cui si venga colpiti da emorragia cerebrale e sopraggiungano le conseguenze viste sopra, sia a livello motorio che a livello cognitivo, è necessario eseguire un periodo più o meno lungo di riabilitazione. In altri casi, come quando si ha la formazione di un edema cerebrale, si somministra una specifica terapia; altre volte è necessario indurre il paziente in coma farmacologico per poter ridurre l’impegno metabolico; controllare ad intervalli regolari la pressione arteriosa mentre si è distesi in posizione supina. Inoltre se la situazione è grave e quindi lo richiede si fornisce assistenza respiratoria meccanica con ventilatore.