Si parla spesso del problema dell’obesità infantile, legato generalmente alle cattive abitudini alimentari dei bambini di oggi, che ai cibi più salutari preferiscono merendine, alimenti grassi e da fast food e mangiano in modo sregolato. Ma i bambini e i ragazzi da chi apprendono le corrette abitudini alimentari?
Viene naturale pensare che sia l’esempio e l’educazione in famiglia a stimolare i più piccoli a un’alimentazione salutare, ma secondo uno studio statunitense, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università John Hopkins del Maryland, la formazione del gusto e delle abitudini alimentari dei ragazzi non dipende dai genitori, per lo meno non in maniera preponderante.
Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione con una metanalisi, ossia il confronto tra precedenti studi sull’argomento, condotti dal 1980 al 2009, e approfondendo l’analisi di 39 ricerche. Ma se la famiglia non rappresenta il punto di riferimento principale in fatto di gusto e abitudini alimentari, a chi spetta questo ruolo?
Secondo i risultati della metanalisi, pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Epidemiol Community Health” sono la scuola, in particolare attraverso le politiche alimentari attuate dalle mense scolastiche, ma anche le abitudini del gruppo di amici, il vero punto di riferimento per l’alimentazione giovanile. Questo può spiegare in parte perchè la presenza di distributori automatici di merendine a scuola sia un rischio per i bambini.
Ma dall’altra parte, in un certo senso lo studio sembra confermare la possibile efficacia di strategie di educazione alimentare che, lungi dal tralasciare il ruolo famigliare, puntano proprio sulla scuola (pensiamo, per esempio, al progetto italiano della merenda scolastica a base di frutta), per inculcare nei piccoli sane abitudini e contrastare i problemi conseguenti a un’alimentazione inadeguata.