Articolo aggiornato il 5 Ottobre 2007
La dipendenza e’ come la tossicomania, è la condizione di chi avverte la necessità irrefrenabile e frequente di assumere una sostanza nociva e non è semplice dare una spiegazione psicologica e culturale al fatto che una persona possa scegliere una strada che inevitabilmente porta alla distruzione dell’identità e della vita pratica e intellettuale di se stessi. Premesso questo rimane comunque il confronto con la realtà che dimostra di fatto quante siano poi le persone di età medio bassa cadute a tal punto nel tunnel della droga da non riuscire ad uscirne da soli, né con gli affetti e spesso con difficoltà e fallimenti anche presso le strutture attrezzate e preparate alla ricezione e al recupero dei tossicodipendenti.
Il tossicodipendente è colui che dipende da qualcosa a tal punto che quel qualcosa diventa dannoso o tossico o distruttivo per la sua vita.La dipendenza è qualcosa di insito nella natura umana. Non necessariamente la dipendenza e’ da una sostanza, a volte si dipende da un hobby, da una persona, da un’abitudine, qualcosa che in qualche modo limita la libertà di scelta o comunque fa in modo che si faccia una scelta al posto di un’altra.
Generalmente l’uomo tenta di svincolarsi e di rendersi libero dalle dipendenze, ma a volte questa battaglia può non portare ad alcun risultato perché i condizionamenti interiori o esterni possono essere forti e a volte invincibili. Questo è il caso delle tossicodipendenze. Esse influiscono e scardinano a tal punto i parametri della autovalutazione della realtà da diventare significativi in vari ambiti della vita della persone.
In primo luogo assume un significato psicologico in quanto in essa sono racchiuse delle emozioni che riportano l’essere umano all’infanzia, al periodo in cui il rapporto con la persona che lo nutriva e lo cambiava, lo lavava e lo curava, in genere la madre, era indispensabile e lo metteva in una condizione di assoluta impotenza. Non solo, ma le esperienze vissute fino all’adolescenza, o comunque fino al momento in cui la persona non raggiunge la maturità, possono avere una risonanza nella psiche che porta poi la persona a rivivere i momenti e le sensazioni brutte del proprio vissuto. Per questo l’uomo si sente in un certo senso protetto dalla dipendenza o comunque la sensazione che ne ricava gli è famigliare, quando qualcosa occupa nella persona tanto spazio da diventare sempre presente e da mettersi tra ciò che vive ed esso, allora a quel punto si può parlare di dipendenza. Questa assume una carica difensiva perché aiuta a stare insieme alle altre persone e a vivere le esperienze con meno paura.
L’aprirsi agli altri a volte può essere difficile se non c’è un motivo in più, una garanzia di qualcosa in più, che faccia sentire meno soli, allora per chi ha dei grossi problemi oppure dei disagi temporanei è facile cadere nella tentazione di provare, magari con l’illusione che sia solo per una volta, magari con l’illusione che il rapporto con le persone che condividono una stessa esperienza sia più sicuro e sincero, magari perché essendo una sostanza non può tradirti, il tutto credendo di essere tanto forti da gestire la situazione.
Invece non è così sempre, non tutti possono sperimentare una sostanza e poi rimanere indenni. A volte, a seconda della sostanza e delle condizioni fisiche si può morire anche una sola volta, a volte si arriva alla dipendenza, per le droghe pesanti nella maggioranza dei casi.
Le sue forze saranno concentrate unicamente intorno alla necessità di procurarsi la sostanza.
Sia il lavoro, per pagarla, sia gli amici, per condividerla, che i luoghi, per consumarla, hanno a che fare con la sostanza; e le ripercussioni partono dall’ambiente più piccolo di relazione per arrivare a qualsiasi campo in cui sia centrale la relazionalità. Ovviamente nella maggior parte dei casi le connotazioni assunte dal tossicodipendente o a lui attribuite sono controproducenti e negative a livello sociale. Questo perché da un punto di vista è lui lo stesso ad autoescludersi dalla società comunemente intesa per far riferimento piuttosto al suo ambiente che può essere sia d’elite sia di emarginazione, dipende dal tipo di tossicodipendenza.
Dall’altra anche la società tende ad emarginarlo o comunque a coinvolgerlo sempre come un diverso e non con un rapporto alla pari. Per quanto riguarda la scuola ad esempio il ragazzo rimane indietro con le lezioni ma frequenta se trova i compagni di sostanza, per parlarne, per condividerne i pensieri convinto di essere capito.
Nel momento del bisogno di sostanza pero’ il legame sentimentale scompare e sono poche in realtà le persone che hanno un legame affettivo, anche se accade che ci siano poi dei legami forti. E quando muore un leader o uno del gruppo che era importante allora tutti vanno al suo funerale, un po’ come si va al funerale di un cantante amato, per catartizzare la paura di morire.
Si trovano inoltre spiegazioni assurde di fronte alla morte, come ad esempio una partita tagliata male la roba che non era buona, per trovare una spiegazione e una causa esterne al giro.
Sono legami in fondo molto autentici, quelli di un tossicodipendente, molto sinceri e molto infantili, ma contengono anche la cattiveria e la superficialità dei bambini, manipolate in funzione di un’esistenza di adulto. Inoltre in queste microsocietà tutto è lecito, non c’è critica per cui tutto sembra essere più semplice.
E’ indubbio che alcune sostanze nel tempo abbiano assunto un valore culturale in popoli molto distanti da noi e in religioni diverse dalla nostra. E’ altrettanto fuori discussione però che anche nel presente del nostro territorio la droga stia assumendo a nostro discapito una valenza culturale. La discoteca, le pastiglie, la danza, l’ammassamento delle persone, lo stordimento, hanno molto che fare con le feste tribali e con tutta una serie di ritualità che da sempre hanno caratterizzato qualsiasi civiltà. La differenza sta nel fatto che ogni ritualità in passato oltre ad aver avuto uno scopo di catarsi, ha sempre avuto un rigoroso controllo da parte di un guru o di un capo tribù che mai fu interessato ad un rendiconto economico, quanto piuttosto alla salvaguardia della tribù stessa, alla difesa da qualche male o alla preghiera per qualche dio.Nella ritualità di oggi manca uno scopo culturale e i giovani si trovano in mano degli strumenti che da divertimento trasformano la gioventù in sofferenza.
In fin dei conti la non soddisfazione di base porta comunque tutti i consumatori di sostanze ad avere una storia completamente differenziata e per certi versi simile alle spalle. Sicuramente porta tutti questi ragazzi ad una condizione di fallimento nei confronti di se stessi più che nei confronti della società.