Le protesi al seno sono “scadute”, mantenere quel “corpo estraneo”, inserito per rendere il décolleté più voluminoso non è più possibile, così Concetta A. una donna genovese, residente nel quartiere di Marassi, si è sottoposta a un intervento chirurgico per rimuoverle. Un intervento chirurgico che non doveva avere complicazioni, con rischi minimi, che, però, si è rivelato fatale. Concetta A. ha perso la vita a poche ore di distanza dall’operazione.
Un mistero, che getta nello sconforto i famigliari, il personale sanitario e ha messo in allarme gli inquirenti, che stanno indagando sull’accaduto, sulle possibili responsabilità e sulle cause della tragedia.
Era il 1996, sedici anni fa, quando la quarantanovenne Concetta ha deciso di sottoporsi all’intervento di chirurgia plastica per l’aumento del volume del seno, alla mastoplastica additiva. Nel 2012, quelle protesi dovevano essere rimosse, ma, qualcosa non è andato come avrebbe dovuto e, a poche ore di distanza dall’operazione per rimuoverle, Concetta è deceduta.
Perdere la vita per un intervento banale, per eliminare protesi troppo “vecchie”, probabilmente pericolose per l’organismo è possibile: ecco la triste realtà confermata dal recente fatto di cronaca, ecco il destino che è toccato in sorte alla sessantacinquenne genovese.
Le anomalie post operatorie sono “venute a galla” quasi subito: dopo l’intervento, Concetta ha cominciato a sentirsi male, e, dopo un breve ricovero nel reparto di rianimazione, complici le sue condizioni apparentemente migliorate, è stata dimessa. A sole 24 ore di distanza dalle dimissioni dalla struttura sanitaria, Concetta ha cominciato a sentirsi nuovamente male. Concetta è morta a casa, per una forma di pleurite fulminante che non le ha lasciato scampo.
Ancora tutto da chiarire, sia i possibili legami con le protesi di sedici anni fa, sia le dinamiche dell’intervento, gli eventuali errori, le cause e le responsabilità: i contorni della vicenda sono ancora confusi e indefiniti. Le autorità, che hanno coinvolto anche i Nas, hanno aperto un’indagine contro ignoti, con un’accusa precisa, che merita, però, più chiarezza e conferme, quella di omicidio colposo.
Esiste un legame causale, diretto o indiretto con l’intervento effettuato? O con le protesi impiantate nel 1996 e poi rimosse? La pleurite fulminante ha un responsabile o la morte di Concetta è stata solo una tragica fatalità? L’autopsia, disposta dagli inquirenti, potrebbe dare le risposte che mancano, nomi e volti ai colpevoli, consistenza alle ipotesi e realtà alle supposizioni.