Dna umano: leggerlo ora è possibile grazie ad una innovativa macchina

La società americana di biotecnologie, la Life Technologies, ha creato una macchina, simile ad una stampante laser, capace di leggere in sole 24 ore l’intero genoma umano

render of DNA

Articolo aggiornato il 12 Gennaio 2012

render of DNAOra sarà possibile conoscere il proprio Dna in meno di 24 ore grazie ad un’innovativa macchina. La ricerca sta facendo passi da gigante: grazie ad una società americana ora esiste questo macchinario in grado di leggere il genoma umano con un costo inferiore (circa mille dollari) ed un tempo ristretto rispetto al passato. Infatti, sino ad ora questa lettura era possibile, ma ciò avveniva in almeno una settimana e con un pagamento di circa 5-10 mila dollari.

A chi si deve questa creazione? Alla società americana di biotecnologie, la Life Technologies, che ha avuto l’onore di presentare il risultato degli studi sui giornali internazionali più importanti, come il Wall Street Journal e il Financial Times. La lettura del genoma umano è un grande passo avanti della ricerca, che servirà proprio per ampliarla e renderla utile contro le patologie, come i tumori, l’autismo, malattie rare e genetiche. Insomma un valido e grosso aiuto per tutti i pazienti che attendono con ansia una soluzione dei loro problemi. Nonostante ciò, le autorità sanitarie e gli esperti dell’etica consigliano molta cautela nei confronti di questa nuova macchina, sequenziatore Ion Proton, simile per forma e dimensioni ad una stampante laser per ufficio.
 
Infatti, la Food and Drug Administration non ha ancora preso una decisione definitiva nei confronti di questa scoperta, sottolineando una certa cautela per non incorrere in errori terapeutici e diagnostici. Insomma l’innovativa macchina, grazie alla quale sarà possibile leggere l’intero genoma, costituito da tre miliardi di lettere, da un lato ha dei riscontri e riceve dei pareri positivi per la tutela della salute, dall’altro fa sorgere dei dubbi sia per quanto riguarda possibili errori, sia per la privacy (vengono “maneggiati” dei dati sensibili dei pazienti), sia per quanto riguarda la psicologia di questi ultimi. Dovremo aspettare ancora un po’ di tempo per sapere quale sia il parere di questi grandi enti nei confronti di questa scoperta.

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