Il dito a scatto è una malattia determinata dalla compressione dei tendini. A volte può capitare che le guaine sinoviali diventino più spesse, ostacolando i movimenti dei tendini. L’ostacolo può essere evitato soltanto con uno scatto, che fa sbloccare la mano rimasta in posizione piegata. Se la tenosinovite è particolarmente grave, il dito può rimanere bloccato. A volte può essere necessario anche ricorrere all’operazione, per poi procedere ad un’adeguata riabilitazione. Per questa patologia che interessa l’ortopedia ci sono vari rimedi e non va trascurata la fisioterapia.
I sintomi
I sintomi del dito a scatto, che colpisce soprattutto la mano dominante e in particolare il pollice, il medio o l’anulare, consistono nel fatto che il dito si presenta rigido soprattutto al mattino. Quando si muove, si prova una sensazione di schiocco. Alla base del dito colpito si manifesta un dolore.
Altri sintomi possono essere costituiti dal dito bloccato in posizione piegata che si raddrizza all’improvviso o che il paziente non riesce a raddrizzare. Lo scatto diventa più pronunciato quando si afferra con forza qualcosa e quando si prova ad estendere il dito.
I rimedi
I rimedi per il dito a scatto sono vari. Nei casi più lievi, il dito può essere steccato, in maniera che resti in posizione estesa per circa sei settimane. In alternativa si possono svolgere esercizi per conservare la mobilità articolare, evitando i movimenti di presa ripetuti.
Nei casi più gravi si può ricorrere ai farmaci antinfiammatori non steroidei, che possono alleviare il dolore. Inoltre l’iniezione di cortisone nella membrana del tendine può essere utile per diminuire l’infiammazione. Queste iniezioni di steroidi potrebbero rivelarsi meno efficaci nei pazienti che soffrono di artrite reumatoide.
E’ essenziale, comunque, mantenere il dito a riposo, anche per i bambini, massaggiarlo ed effettuare dei maniluvi in acqua tiepida soprattutto al mattino.
L’operazione e la riabilitazione
L’operazione per il dito a scatto può essere di due tipi. C’è un intervento di release percutaneo, che si esegue in anestesia locale. I medici utilizzano una siringa per riportare il dito nella sua posizione normale. L’intervento chirurgico vero e proprio consiste nella tenolisi, che si dimostra necessaria nelle situazioni più problematiche, quando le altre terapie non si rivelano utili.
L’intervento può avere delle complicanze, che comunque non sono frequenti. Sono rappresentate soprattutto dalla lesione dei nervi e da delle aderenze che si possono verificare in seguito alla formazione della cicatrice, limitando lo scorrimento del tendine.
Per la riabilitazione del dito a scatto il paziente deve eseguire, a poco a poco, degli esercizi volti a flettere e a stendere le dita e dei movimenti per rendere più elastici i tessuti, anche la cicatrice. Dopo dieci o dodici giorni si può ricominciare a svolgere un’attività lavorativa leggera e vengono tolti i punti di sutura. Dopo un mese viene eseguita una visita di controllo.