Disturbo d’ansia generalizzato: i sintomi e come si cura

Le persone con disturbo d'ansia generalizzato soffrono di costanti sentimenti di ansia e tensione in relazione a eventi e problemi quotidiani. Queste preoccupazioni sono pronunciate all'ennesima potenza, ecco perché la quotidianità viene compromessa. Scopriamo i sintomi e le cure.

Ragazza in ansia e preoccupata
Cos’è il disturbo d’ansia generalizzato? Foto Shutterstock | Anastasia Boiko

Le persone con disturbo d’ansia generalizzato soffrono di costanti sentimenti di ansia e tensione in relazione a eventi e problemi quotidiani. Le problematiche riguardano varie aree: la salute di loro stessi o dei loro parenti, la paura di avere un incidente o di uscire. Nelle persone con disturbo d’ansia generalizzato, queste preoccupazioni sono pronunciate all’ennesima potenza, ecco perché la quotidianità viene compromessa. Scopriamo i sintomi e le cure.

I sintomi del disturbo d’ansia generalizzato

Ragazza con disturbo d'ansia
Sintomi del disturbo d’ansia
Foto Shutterstock | NTL studio

È normale preoccuparsi in certe situazioni: chi lavora per un’azienda che va male potrebbe preoccuparsi per il proprio lavoro, di come riuscire a sopravvivere o ad aiutare la propria famiglia.

Tuttavia, le persone con disturbo d’ansia generalizzato si preoccupano eccessivamente anche quando non c’è un pericolo particolare o imminente. Hanno quasi nessun controllo sulle loro preoccupazioni.

La diagnosi di “disturbo d’ansia generalizzato” viene effettuata dallo psichiatra quando la preoccupazione e la tensione per gli eventi quotidiani sussistono da almeno 6 mesi e sono presenti vari sintomi fisici e psicologici, come i seguenti:

  • palpitazioni;
  • sudorazioni;
  • formicolio;
  • vertigini;
  • paura di impazzire o morire;
  • vampate di calore o brividi di freddo;
  • tensione muscolare;
  • difficoltà di concentrazione;
  • irritabilità;
  • insonnia.

Le persone colpite spesso cercano di evitare i fattori scatenanti delle loro paure (ad esempio evitano di guidare, per scongiurare incidenti) o cercano di rassicurare i propri parenti, ad esempio, che stanno bene e che non accadrà nulla, per evitare i conflitti e perché preferiscono non parlarne.

Se la condizione non viene curata, c’è un alto rischio che persista a lungo, con frequenti fluttuazioni di gravità: mentre molti pazienti sperimentano periodi in cui sono privi di sintomi, circa la metà di essi ha delle ricadute costanti. Per molte delle persone colpite, ci vogliono anche diversi anni prima che cerchino aiuto.

Le cure per guarire

La psicoterapia o i farmaci, in particolare i cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la paroxetina, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI). Lo scopo di entrambi i trattamenti è ridurre l’ansia a un livello tollerabile.

Questi sono i farmaci curativi. Poi ci sono i farmaci sintomatici, che non curano il disturbo, ma alleviano i sintomi. Tra questi ci sono le cosiddette benzodiazepine (medicinali che calmano rapidamente), che aiutano nel breve termine, ma vanno utilizzati solo in casi eccezionali, perché potrebbero creare dipendenza.

Accanto alla terapia farmacologica va assolutamente seguita la psicoterapia. In questo modo le persone colpite possono imparare a gestire le proprie preoccupazioni e a ridurre i disturbi fisici e psicologici che le accompagnano (ad esempio attraverso tecniche di rilassamento).

Il metodo che è stato maggiormente studiato e si è dimostrato molto efficace a lungo termine è la terapia cognitivo comportamentale.