Si tratta di salvare la vita, perché l’impossibilità di respirare può portare all’anossia e quindi a conseguenze molto gravi. A volte il tutto può essere anche letale.
Le manovre di disostruzione pediatrica rientrano nell’ambito di un protocollo internazionale, che viene rivisto ogni cinque anni ed eventualmente modificato, tenendo conto degli studi portati avanti nel frattempo e dell’esperienza.
In Italia queste pratiche sono state diffuse, a partire dal 2005, da Marco Squicciarini, medico della Croce Rossa Italiana.
Ostruzione parziale
Nel caso in cui un bambino ingerisca un oggetto in grado di determinare il blocco delle vie aeree, però in modo parziale, non occorre mettere in atto nessuna specifica manovra, che si basi sulle pacche. In questi casi il soggetto, infatti, riesce a piangere, a parlare e a tossire.
Ecco perché il soccorritore deve soltanto invitare il bambino a tossire e, se è necessario, provvedere a fornire una fonte di ossigeno.
Ostruzione totale
A volte può capitare che il bambino è cosciente, ma non riesce né a parlare né a tossire. In questi casi è bene chiamare subito il 118 e praticare le apposite manovre. Ci si deve porre alle spalle dell’individuo e, sostenendolo con una mano, si deve farlo chinare in avanti.
Con l’altra mano si danno cinque pacche fra le scapole, cercando comunque di non colpire la testa. Tutte e due le mani del soccorritore vanno chiuse a formare dei pugni e devono essere messe all’altezza della bocca dello stomaco.
In questo modo si danno cinque colpi verso l’interno e verso l’alto, applicando la cosiddetta manovra di Heimlich. Il tutto consiste in una compressione addominale, che interessa l’epigastrio, in direzione del diaframma.
Questa azione determina l’aumento della pressione sottodiaframmatica; quest’ultima, propagandosi al torace, provoca una spinta verso le vie aeree superiori.
Da ricordare, comunque, che questa manovra di pronto intervento deve essere praticata soltanto per i bambini che hanno superato un anno di età.
Nel caso che l’ostruzione interessi un lattante, gli si deve afferrare la mandibola, per sdraiarlo a pancia in giù. Il neonato si ritroverà a cavalcioni sull’avambraccio del soccorritore, il quale terrà la sua testa ben ferma.
Con l’altra mano si danno cinque pacche interscapolari. Poi si afferra la nuca del bambino e lo si fa sdraiare a pancia in su, sull’altro avambraccio. Si effettuano cinque compressioni toraciche lente e profonde tra i capezzoli.
Si devono usare due dita, badando che la testa sia sempre ferma. Si alternano cinque pacche e cinque compressioni.