Sospetti di essere dislessico? Non sentirti fuori luogo, non saresti il solo ad avere questo disturbo.
I problemi legati all’apprendimento sono molto più comuni di quanto si pensi e bisogna parlarne per evitare che rimangano dei tabù.
La dislessia è un disturbo dell’apprendimento di origine neurobiologica, che comporta delle difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel riconoscimento dei suoni, delle parole e dei numeri. Generalmente la dislessia si manifesta già nei primi anni di scolarizzazione e può persistere lungo tutto l’arco della vita, anche se con l’età gli individui dislessici imparano strategie compensative che mitigano il disturbo.
Dislessia: sintomi, deficit associati e strategie di intervento
Si pensa che la dislessia abbia origine da una anomalia nel funzionamento di alcune aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione linguistica come l’area di Wernicke, l’area di Broca e l’area di Halle: queste aree rispondono quindi in modo alterato agli stimoli visivi e uditivi che originano la lettura e la comprensione.
Nei bambini dislessici spesso si osserva una lentezza nel decodificare le parole scritte, la tendenza a confondere grafemi simili (b-d, p-q), la difficoltà a automatizzare l’associazione fra grafema e fonema e l’inversione di lettere e cifre. Ciò comporta una difficoltà nella fluidità di lettura e l’ortografia. Nelle persone dislessiche sono però conservate le capacità intellettive, non vi sono deficit di comprensione o problemi di attenzione quando i contenuti vengono presentati oralmente.

Gli interventi per la dislessia mirano a migliorare le abilità di decodifica e lettura, l’ortografia, la scrittura e il calcolo. Prevedono un approccio multidisciplinare che coinvolga psicologi, logopedisti, insegnanti di sostegno e neuropsichiatri infantili. Oltre alle strategie di apprendimento come mappe concettuali, schemi e riassunti è importante stimolare l’utilizzo di mappe mentali, schemi grafici e altri strumenti visivi che aiutino i dislessici a organizzare e ricordare le informazioni.
Come mai sempre più i ragazzi sono dislessici?
Nel 2016 solo il 2 % della popolazione italiana sì è visto diagnosticare la dislessia, percentuale che ora raggiunge invece un punteggio di 5,6. A spiegare la ragione di questo drastico aumento è il dottor Messina.
“Questo aumento va di pari passo con l’aumento delle diagnosi di tutti i disturbi del neuro-sviluppo come i disturbi dello spettro dell’autismo, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la sindrome di Tourette. […] Inoltre ad aumentare negli ultimi anni è stata anche la percentuale di ragazzini con difficoltà di apprendimento. Si tratta di quegli alunni che, nonostante la presenza di alcune difficoltà, nei primi anni di scuola riescono a compensarle, ma quando il carico di lavoro e la complessità degli argomenti trattati aumentano, queste ultime emergono”.
Il motivo principale quindi risiede nella consapevolezza che le persone stanno assumendo verso se stesse e le problematiche che possono presentarsi nel corso della loro vita.