Cos’è la disbiosi? Quali sono i sintomi, il test, la dieta e la cura? In generale, con disbiosi si intende un’alterazione della microflora batterica intestinale, laddove con disbiosi intestinale si indica un insieme di sintomi e disturbi che possono degenerare interessando anche altri organi distanti dall’intestino stesso. Questa patologia può essere classificata in disbiosi fermentativa e putrefattiva, a seconda che il disturbo interessi lo stomaco, l’intestino tenue o il colon e in riferimento al tipo di alimentazione scatenante (se eccessivamente ricca di carboidrati o proteine). In base ai vari livelli di gravità, si parla di disbiosi lieve, medio-grave o grave. In quest’ultimo caso si verifica anche un’alterazione della funzionalità epatica e pancreatica.
Sintomi e test
Le persone affette da questo disturbo tendono a non digerire bene, si ammalano facilmente, si sentono spesso stanche e prive di energia, soffrono di stitichezza alternata ad episodi di diarrea, lamentando meteorismo o aerofagia. Sintomi tipici della disbiosi sono, inoltre, gonfiori, nausea, vomito e, principalmente nelle donne, infezioni intime come la candida vaginale. Uno studio americano pubblicato nel 2012, inoltre, ha evidenziato come esista uno stretto legame tra la flora intestinale e l’asma allergica, tanto da far ipotizzare che alcune patologie respiratorie e varie intolleranze alimentari siano legate a fenomeni di disbiosi. Per diagnosticare la disbiosi è necessario effettuare un apposito test che consiste in un esame di laboratorio effettuato su un campione di urine. Tramite il test viene verificata la presenza di due sostanze, lo scatolo e l’indicano, che risultano essere presenti in percentuale maggiore nei soggetti affetti da questa patologia rispetto a quelli sani.
Dieta e cura
Nei casi più lievi la disbiosi può essere curata correggendo le abitudini alimentari e la dieta, mentre nei casi più importanti è necessario ricorrere ad integratori specifici o ad antibiotici, a discapito dei possibili effetti collaterali. La terapia indicata per curare questo disturbo permette, infatti, di ripristinare l’integrità funzionale dell’intestino e di ricompattare la flora batterica intestinale. Il medico valuterà la cura più indicata in base alle specifiche esigenze del paziente, optando per una terapia antibiotica o indicando l’assunzione di probiotici e fermenti lattici mirati, in base ai ceppi batterici presenti nell’organismo. I probiotici da assumere, infatti, possono essere molteplici, a base di Lactobacillus Acidophilus, di Bifidobacter Bifidum o ad ampio spettro. Una terapia mirata di questo tipo dura mediamente tre mesi e necessita quasi sempre di un’opportuna integrazione con enzimi digestivi. Anche l’idrocolonterapia, ovvero il lavaggio profondo del colon, andando a rimuovere le feci stagnanti può essere utile per curare un intestino disbiotico. L’alimentazione, infine, ha un ruolo importante nella cura di questo tipo di disturbo se finalizzata a non sovraccaricare eccessivamente l’intestino. I dietologi, pertanto, consigliano di mangiare poco e spesso, evitando cibi grassi o con molti conservanti. Vanno predilette la frutta e la verdura sia cotta che cruda e si deve bere molto evitando, però, il consumo di bevande alcoliche o eccitanti.