Il vizio del gioco, quello d’azzardo, è un vero e proprio problema e, quando assume contorni patologici, si parla di dipendenza dal gioco: secondo gli esperti, si tratta di un fenomeno in costante e pericoloso aumento, fra gli uomini, ma, soprattutto fra le donne, sempre più accanite giocatrici. La persona sviluppa un’esigenza incontrollabile di giocare, una sorta di necessità inconscia, che la spinge, spesso, ad abbandonare l’abituale stile di vita e a mettere al centro della sua esistenza, di ogni suo gesto, di ogni sua giornata, proprio il gioco. E’ proprio tra le esponenti del gentil sesso che si registra l’aumento preoccupante di fanatiche del gioco d’azzardo, come ha sottolineato un vero esperto in materia, il dottor Cesare Guerreschi, psicoterapeuta Siipac ed esperto di ludopatie, “Giocano uomini e donne, ma negli ultimi dieci anni ho visto crescere vorticosamente il numero delle donne giocatrici, attualmente tra il 41 e il 42% del totale dei giocatori patologici”.
Quando da eleganti signore, che frequentano casinò e sale da gioco solo in occasioni particolari, saltuariamente e senza regolarità, le donne si trasformano in vere e proprie giocatrici patologiche, frequentatrici assidue di ogni luogo in cui si possano puntare, vincere o perdere soldi giocando, si può parlare di un disturbo, di un problema di dipendenza vera e propria, che con il tempo incide negativamente e pesantemente sulla qualità della vita delle interessate.
Diverse le motivazioni ispiratrici, ma identico il pericoloso vortice in cui le giocatrici patologiche rischiano di finire intrappolate, come aggiunge il dottor Guerreschi, “le donne giocano per fuga, vogliono fuggire da qualcosa che non va nelle loro vite, soprattutto le giocatrici tra i 40 e i 55 anni. Le over 65 giocano invece perché sperano in una vincita; perché vogliono sistemare figli e nipoti prima di morire.”