Una rete di conoscenze, informazioni e dati potenzialmente illimitata, senza confini spaziali o temporali certi: internet è tutto questo, ma non solo. Quella del web può trasformarsi anche in una rete in cui rimanere intrappolati, schiavi del suo mondo virtuale, fatto di siti e di social network. Che la curiosità diventi ossessione, complice la mania di controllare ogni dato o informazione sul motore di ricerca, o che la voglia di conoscere ed entrare nella vita degli altri, grazie a facebook o twitter, diventi un’esigenza dai profili patologici, quando la navigazione on line diventa dipendenza da internet, meglio non sottovalutare il problema.
Internet: una rete pericolosa
Fa meno paura, sembra meno preoccupante rispetto alle forme di dipendenza più note, come quella da alcol o sostanze stupefacenti, perché l’oggetto del desiderio patologico è innocuo e legale, ma è meglio non farsi ingannare. La dipendenza da internet è una vera e propria dipendenza e come tale va affrontata e trattata.
La definizione è “Internet Addiction Disorder” (IAD), è dipendenza dannosa, che colpisce, secondo le statistiche in materia, soprattutto gli uomini di un’età compresa tra i 15 e i 40 anni.
Le ore trascorse davanti al computer, incollati allo schermo dello smartphone o del tablet diventano sempre più numerose, a scapito di altre attività, come lo studio o il lavoro, ma anche i rapporti sociali e affettivi. Ecco come la rete comincia a intrappolare i malcapitati, a trasformare un’opportunità, quella offerta da un mondo virtuale di contatti e informazioni, in una patologia, in una dipendenza.
I sintomi
I sintomi della dipendenza da internet sono chiaramente descritti dal Dsm, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder. I segnali di “allarme rosso” da non sottovalutare sono: desiderio persistente, perdita di controllo, bisogno compulsivo, riduzione o abbandono di attività sociali, professionali o di svago, uso ripetuto, nonostante la conoscenza dei problemi fisici o psicologici che provoca o aggrava, comparsa dei fenomeni di tolleranza e di astinenza.
Come in ogni rapporto di dipendenza, anche in questo caso, gli “schiavi” seguono una sorta di schema comportamentale. Inizialmente, si manifesta un interesse anomalo ed eccessivo verso il mondo virtuale e il suo utilizzo: si controlla ripetutamente la mail o il profilo dei social network, per esempio. In un secondo momento, la dipendenza prende sempre più forma: trascorrere molto tempo on line è un’esigenza, senza il web si scatenano sentimenti di malessere, agitazione e nervosismo.
Il triste epilogo è quasi scontato. Internet diventa il centro di ogni giornata, di ogni azione o desiderio; la navigazione viene identificata come l’unica opportunità per ottenere soddisfazione e piacere. Quando il computer o gli altri supporti tecnologici dotati di connessione web diventano da accessori della quotidianità, funzionali ma non indispensabili, a protagonisti assoluti, la cui mancanza provoca vere e proprie crisi di astinenza, la dipendenza da internet è davvero un’opzione da considerare seriamente, da affrontare con la dovuta attenzione.
Un test
Ecco un piccolo test che descrive qualche aspetto della dipendenza e ne identifica il profilo patologico. Chi si riconosce nella maggior parte di queste affermazioni (7 su 10) dovrebbe esaminare con sincerità il proprio rapporto con internet e, se necessario, chiedere aiuto a uno specialista.
1. Internet è un’abitudine quotidiana, che occupa gran parte della giornata.
2. Controllare le mail, il profilo facebook o la pagina di twitter è un’operazione che si ripete sistematicamente almeno ogni mezz’ora.
3. Quando la connessione salta, il computer o il tablet non funzionano, compare un senso di irrequietezza e malessere, che progressivamente sfocia in veri e propri stati d’ansia e depressione.
4. La realtà virtuale offerta dal web è quella che regala più soddisfazioni e piacere.
5. Giorno o notte non importa troppo, navigare in rete è l’attività principale della giornata.
6. L’interesse per le altre attività sociali e professionali è diminuito sensibilmente per lasciare sempre più spazio alla navigazione on line.
7. Le relazioni virtuali, che siano in chat o sui social network, hanno rubato sempre più spazio a quelle reali, agli affetti veri, fino a soppiantarle quasi completamente.
8. La vita senza internet diventa una sorta di incubo difficile da sopportare.
9. Sonno, lavoro, amici, famiglia, impegni e responsabilità possono e devono aspettare rispetto alla voglia di navigare in internet.
10. Quando si naviga on line, il tempo è come se si dilatasse all’infinito: se ne perde la cognizione e il controllo.
Le cure possibili
Lo specialista, lo psicologo esperto in dipendenze, è la figura di riferimento migliore in questi casi. Allo scopo esistono numerosi centri in Italia che offrono l’assistenza specialistica adeguata, come quello inaugurato nei mesi scorsi, a Roma, presso l’ospedale Gemelli.
Il supporto psicologico è necessario, per avviare un processo di guarigione vera e propria, ma non basta. Il primo ingrediente per uscire con successo dalla dipendenza è la volontà di farlo, maturata con la consapevolezza di avere un problema che rischia di influire negativamente sulla qualità di vita.