La depressione post partum può colpire le neo mamme con un’incidenza e ripercussioni differenti, affrontarla aiuta a gestirla.
Oggi si parla tanto di depressione post partum, ma ci sono ancora pochi strumenti per i genitori. Affrontarla non è facile perché la mamma viene letteralmente immersa nella gestione continua e costante del nascituro e non sempre è adeguatamente preparata, praticamente e psicologicamente.
Diventare mamme, insomma, può rappresentare un momento bellissimo della vita, ma d’altro canto anche un periodo drammatico, preoccupante, di difficile interpretazione che ha terreno fertile per conseguenze complesse. Com’è possibile, quindi, affrontare tutto questo? Tante neo madri se lo chiedono, ma non sempre riescono a trovare la risposta giusta.
Depressione post partum: come affrontarla e riconoscerla
Il Ministero della Salute in Italia evidenzia l’enorme incidenza sulla vita della donna. La questione però non è solo relativa al Paese, tutte le nazioni sono accomunate da questo complesso di emozioni che può sfociare anche in un quadro molto difficile da gestire.

Per il 12% delle mamme esordisce entro 12 settimane dal parto. E gli episodi possono durare fino a sei mesi e poi sparire oppure assumere una dimensione totalmente diversa con irritabilità, crisi di pianto, tristezza. Alcuni sintomi durano nel tempo. L’instabilità emotiva, ad esempio, può accompagnare la donna a lungo termine fino a quando non viene intrapresa una strada corretta. Il 15% delle donne va incontro ad una vera e propria depressione.
Secondo gli ultimi studi in materia è certamente possibile trattare la depressione post partum, ma soprattutto prevenirla. Il lavoro essenziale è proprio non abbandonare la donna in un momento di grande fragilità emotiva.
La nuova tecnica arriva dai Paesi Bassi ed ha un unico obiettivo: capire come va introdotto questo grande cambiamento all’interno della vita quotidiana. Spesso ciò che manca è proprio una preparazione per i genitori a quello che sta per accadere e a quello che diventerà la vita dopo. Si chiama kraamzorg ed è una nuova figura che va ad affiancare la donna prima e dopo il parto. Non è un’ostetrica e né un ginecologo, ma una persona specializzata che si occupa di gestione delle emozioni e di vita quotidiana. Questa riveste al momento un elemento fondamentale nel percorso di parto per le donne olandesi e dimostra di avere una grande incidenza, riducendo fino al 50% l’insorgenza della depressione post partum.
Lo specialista viene coinvolto nella vita quotidiana, nella gestione della casa e in tutto ciò che viene stravolto. Le mamme vengono accompagnate in questa nuova vita, possono avere un supporto diretto e anche un aiuto nelle faccende di tutti i giorni. È un accompagnamento che non esclude i papà ma li coinvolge, lavora con il nucleo familiare per favorire anche il dialogo e il percorso alla genitorialità.