Denti: così ricrescono naturalmente in laboratorio

Anche i denti sotto la 'lente di ingrandimento ' della scienza medica; in futuro niente più protesi mobili, dentiere e loro adesivo, il passo è quello che prevede la coltivazione di cellule dello smalto direttamente in laboratorio

Articolo aggiornato il 25 Febbraio 2009

Dentista
La ricerca medica ed i progressi scientifici vanno avanti anche nel settore dell’odontoiatria al punto che, protesi mobili, dentiere, adesivi per denti artificiali e affini, potrebbero essere relegati alle pagine ingiallite di un libro di storia dell’umanità. Il tutto verrà superato e affrontato da una innovativa tecnica che consiste nello sfruttare una sorta di crescita simil-naturale dei denti in laboratorio grazie ad un gene; almeno questo è il risultato ottenuto da uno studio effettuato da scienziati dell’ Oregon State University, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
A beneficiare della crescita non sarebbe tutto il dente, ma lo smalto che lo ricopre, quella struttura dura che riveste l’intero dente che sotto l’effetto del gene Ctip2, così si chiama il particolare gene, verrebbe indotto ad una riproduzione cellulare con formazione di nuovo tessuto a coprire quello mancante.
 
Le cellule coinvolte in questa ricrescita sono le ameloblaste, ovvero quelle cellule che producono lo smalto del dente, una ricerca che segue in parallelo l’evoluzione dello studio delle cellule staminali e che potrebbe molto presto far si che i denti artificiali vengano prodotti in laboratorio con la consistenza e l’intima struttura del dente dal quale sono state isolate le cellule e che potrebbero trovare impiego anche nelle ristrutturazione del dente a causa di eventuali danni subiti, ad esempio, dopo un trauma o una malattia.
 
“Molto lavoro sarà ancora necessario – spiega il capo dei ricercatori, Chrissa Kioussi – per portare ad applicazioni sull’uomo, ma dovrebbe funzionare. Si potrebbe trattare di un nuovo, rivoluzionario approccio alla salute dentale”.

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