Demenza, ecco l’integratore che combatte il declino cognitivo

Un nuovo studio ha portato alla luce l'efficacia di un particolare integratore contro il declino cognitivo: potrebbe essere utile per prevenire la demenza.

Demenza
Foto Unsplash | Natasha Connell

Sono moltissimi gli anziani che soffrono di demenza, soprattutto nella sua forma più comune, il morbo d’Alzheimer. I primi sintomi, e in particolare il declino cognitivo, esordiscono però con largo anticipo. È possibile contrastarli o, quantomeno, rallentarne l’evoluzione? Un nuovo studio ha analizzato l’efficacia dei probiotici nel mantenere in forma il cervello e diminuire il rischio di demenza.

Probiotici e demenza, il legame

Non è un segreto che ci sia un profondo legame tra intestino e cervello. Per questo è importante far sì che la nostra flora batterica sia in salute, traendone benefici anche a livello cerebrale. È proprio qui che si verificano infatti alcuni degli effetti di un cambiamento nel microbioma: diverse ricerche hanno evidenziato che questa evenienza può comportare modifiche nel comportamento e nelle funzionalità cognitive.

Un’importante revisione, condotta dai ricercatori dell’Università di Reading (nel Regno Unito) e pubblicata su Neuroscience & Biobehavioral Reviews, ha preso in considerazione ben 30 studi già effettuati per individuare un nesso tra l’assunzione di probiotici e un miglioramento delle funzioni cognitive. Ciò che è emerso è davvero molto interessante. I dati risultati dalle analisi su neonati e bambini non hanno evidenziato particolari benefici di un’integratore probiotico sull’attività cerebrale.

Negli adulti affetti da altre patologie (come l’HIV, la cirrosi epatica e la fibromialgia) si è invece ottenuto risultati contrastanti: in alcuni casi è sembrato presente un miglioramento nell’attenzione, nella memoria e nella velocità di elaborazione. Negli anziani, infine, ci sono state evidenze significative. Alcuni studi hanno mostrato una migliore funzionalità cerebrale nei soggetti affetti da lieve declino cognitivo. Altre ricerche hanno invece coinvolto persone con Alzheimer, ottenendo buoni risultati con un’integrazione di probiotici.

Tuttavia, non mancano le evidenze contrarie: diversi esperimenti hanno trovato in questi integratori un’efficacia pari al placebo in numerosi soggetti studiati. Quel che è certo è che l’argomento merita ancora grande attenzione. Se per il momento i risultati non sono sufficienti a tirare delle conclusioni precise, è però evidente che il nesso intestino-cervello vada analizzato più a fondo. È da qui che si potrebbero trovare nuove strategie terapeutiche per combattere la demenza e il morbo d’Alzheimer.