Debolezza, pallore, stanchezza: tutti i sintomi della carenza di ferro da non sottovalutare

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Quali sono i sintomi della carenza di ferro da non sottovalutare (tantasalute.it)

Debolezza, pallore, stanchezza: tutti i sintomi della carenza di ferro da non sottovalutare. Ecco quali possono essere anche cause e rimedi

Non si mangiano regolarmente i giusti nutrienti? Ecco che il ferro può calare, portando con sé una serie di condizioni per nulla piacevoli al nostro corpo, come stanchezza e spossatezza. Gli alimenti ricchi di ferro, come ad esempio le carni rosse, le verdure e specifici legumi, sono alla base della corretta alimentazione e non devono mai mancare. Una causa della carenza di ferro può essere l’anemia, che può essere ovviamente di vario genere e di varia natura. Ma che relazione esiste tra anemia e carenza di ferro?

La relazione tra questi due fattori è importante perché strettamente legati l’emoglobina, ovvero la molecola che – contenuta all’interno dei globuli rossi – si occupa di trasportare l’ossigeno nel sangue. Quando vi è carenza di ferro, i valori di emoglobina nel sangue sono sballati, ovvero più bassi. Le cause chiaramente di anemia sono varie e possono essere sia riconducibili a patologie gravi sia a semplici carenze alimentari.

Debolezza, pallore, stanchezza, i sintomi della carenza di ferro

Se non fosse per il pallore, la debolezza e le vertigini, la condizione che avverte il soggetto affetto da carenza di ferro è asintomatica. Un altro fattore riconducibile a questa patologia, sono le mani fredde così come i piedi e le unghie più fragili. Si rimedia andando ad integrare il ferro dall’esterno e quindi grazie all’utilizzo di integratori specifici che però, attenzione, devono essere dati da uno specialista. È importante sapere che il ferro è fondamentale per il nostro organismo.

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I sintomi più comuni dell’anemia (tantasalute.it)

L’assorbimento di questo minerale a livello intestinale varia a seconda della relazione del fabbisogno corporeo. Se questo aumenta, la mucosa dell’intestino lo assorbe in maggiore percentuale e anche viceversa. Al giorno si perdono circa 0,8-1,5 mg di ferro, ma chiaramente questa percentuale varia se parliamo di sesso maschile o femminile. 10-35% del ferro è presente negli animali e quindi nelle carni che mangiamo mentre il due-10% nei vegetali. Se parliamo di una media del 10% la sostituzione di ferro deve essere pari a 10 volte il fabbisogno quindi parliamo dell’otto-15 mg al giorno.

Ma cosa facilita l’assorbimento del ferro? La vitamina C, gli zuccheri, l’acido citrico e gli aminoacidi. Al contrario, ostacolano l’assorbimento del ferro, il tè, alimenti integrali e il caffè. Il ferro viene eliminato prevalentemente con la bile, le feci, le piccole emorragie intestinali, la desquamazione della pelle e anche con l’urina. Per ogni millilitro di sangue perso, se ne vanno circa 0,5 mg di ferro. Pertanto non è semplice quantificare le perdite ematiche, ad esempio nelle donne durante il periodo delle mestruazioni. Si calcola una media che compresa tra i 30 e 60 ml al mese, ma alcune donne possono anche perdere di più andando chiaramente a toccare i valori che non rientrano nella normalità.

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