In arrivo in Italia nuovi tamponi in grado di riconoscere la variante Delta del Coronavirus. I test, rispetto a quelli attualmente usati per la diagnosi, cercano una mutazione chiamata N501Y, presente in tutte le principali varianti finora note tranne che nella Delta.
Come funziona il nuovo tampone per la variante Delta
In arrivo anche in Italia nuovi test in grado di riconoscere la variante Delta del virus SarsCoV2. Rispetto a quelli attualmente utilizzati per la diagnosi, non cercano le mutazioni nella proteina Spike, utilizzata dal virus per invadere le cellule, ma cercano una mutazione chiamata N501Y. Questa mutazione è presente in tutte le principali varianti finora note tranne che nella Delta, in particolare la B.1.671.2, che è la più diffusa delle tre varianti identificate in India.
La procedura attuale consiste nel fare il tampone con test non aggiornati sull’attuale quadro epidemiologico italiano, che prevede la presenza della variante Alfa nel 95% dei tamponi positivi.
Il nuovo test in arrivo permette invece di rilevare la mutazione N501Y, che è presente nella variante Alfa (B.1.1.7) identificata per la prima volta in Gran Bretagna, nella Beta (B.1.351) identificata in Sudafrica e nella Gamma (P.1) identificata in Brasile. Questo primo screening è necessario, in quanto l’assenza della mutazione N501Y in un tampone positivo farebbe immediatamente scattare il nuovo algoritmo diagnostico, che potrebbe prevedere l’immediata ricerca della variante Delta. Questo sarebbe possibile grazie a un test di cattura delle varianti che potrebbe rilevare mutazioni specifiche della variante Delta, come la L452R, ma anche delle varianti Beta e Gamma, come K417N e E484K, che sono note sfuggire, almeno parzialmente, ai vaccini dopo la prima dose e in alcuni casi dopo la seconda.
I nuovi test per la diagnosi delle varianti si annunciano come uno strumento che può dare un contributo importante per ottenere una stima delle varianti del virus SarsCoV2 in circolazione.