Covid, circolare Ministero Salute : “test rapidi validi come tamponi molecolari”

Gli esiti dei test rapidi, anche se effettuati da laboratori privati, dovranno essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento

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Foto Getty Images | Raul Sifuentes

Articolo aggiornato il 11 Gennaio 2021

I nuovi test rapidi valgono come i test molecolari e rappresentano a tutti gli effetti uno strumento efficace nel conteggio dei casi positivi e dei pazienti guariti. A stabilirlo è la nuova circolare, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, che riconosce la validità dei tamponi antigenici rapidi di ultima generazione nella definizione di caso Covid-19, secondo le ultime indicazioni dell’Unione Europea.

Obbligo di tracciabilità anche per i tamponi rapidi

Secondo la nuova circolare, dal titolo “Aggiornamento della definizione di caso COVID-19 e strategie di testing“, è previsto l’obbligo di tracciabilità di tutti i test nei sistemi informativi regionali: gli esiti dei test antigenici rapidi, anche se effettuati da laboratori o strutture private accreditate dalle Regioni, dovranno dunque essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento.

In quali casi ricorrere ai test antigenici rapidi

Nel caso di asintomatici o sintomatologie lievi, i tamponi molecolari rimangono lo strumento più efficace per la diagnosi del Covid-19. Ma, qualora la capacità di analizzare i molecolari sia limitata, l’uso dei test antigenici rapidi può essere considerato in diversi contesti.

Per esempio, in situazione ad alta prevalenza per testare i casi probabili, come le scuole, oppure in focolai confermati per testare i contatti sintomatici e facilitare l’individuazione precoce di ulteriori casi. Il tampone rapido risulterà utile anche nel caso di comunità chiuse, come carceri e centri di accoglienza, per testare i soggetti sintomatici quando sia già stato confermato un caso con RT-PCR. Oppure in contesti sanitari, ad esempio per il triage di pazienti sintomatici al momento dell’accesso alla struttura, o per la diagnosi precoce in operatori sintomatici.

Quando effettuare i test: tempi e modalità

Nella circolare emanata dal Ministero della Salute, si evidenzia come questi test sembrano mostrare risultati sovrapponibili ai molecolari, soprattutto se effettuati durante la prima settimana di infezione. Sulla base dei dati al momento disponibili, i tamponi rapidi  risultano essere “una valida alternativa alla RT-PCR“, si legge nel documento.

Il test rapido nei sintomatici è da effettuarsi entro 5 giorni dall’esordio della sintomatologia, mentre negli asintomatici tra il terzo e il settimo giorno dal contatto a rischio. Se il test risulta negativo, allora è necessaria la conferma dopo 2 o 4 giorni con test molecolare o ancora con test rapido di ultima generazione. Mentre, ai soggetti positivi con test antigenico rapido, anche in attesa di conferma con un secondo test, si applicano le medesime misure di isolamento previste nel caso di test molecolare positivo.

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