Aumentano i casi di infarto miocardico tra i pazienti affetti da Covid-19, per trombosi coronarica, danno miocardico, o maggiore instabilità delle placche aterosclerotiche. Il virus, anche in assenza di restringimenti delle arterie, è in grado di danneggiare l’endotelio interno dei vasi e provocare miocardite in almeno il 7% dei pazienti. Questo è quanto emerge dal congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia. Così, mentre una nuova variante del Covid preoccupa la comunità scientifica, continuano gli studi sulla correlazione tra il virus e i danni provocati al cuore.
Il 78% dei guariti presenta alterazioni cardiache
Le conseguenze si riscontrano anche nei soggetti guariti, di cui il 78% presenta alterazioni cardiache strutturali di diverso genere, con segni simili a quelli che solitamente lascia un infarto. Pare, dunque, che il virus abbia conseguenze importanti sulla funzionalità cardiovascolare, rischiando di comprometterla in modo permanente.
Aumenta il rischio di infarto e ictus
Sono sempre più numerosi gli studi che evidenziano danni permanenti al cuore, in seguito all’infezione da Covid-19: infatti, circa 1 contagiato su 5 va incontro a conseguenze cardiovascolari. I danni sull’endotelio dei vasi sanguigni, l’aumento dell’instabilità delle placche aterosclerotiche e l’incremento dell’infiammazione cardiaca fanno pensare che l’infezione Covid possa compromettere la funzionalità cardiovascolare, con un aumento del rischio di infarto o ictus.
A rischio i pazienti usciti dalla terapia intensiva
Durante la malattia, il cuore dei pazienti è più fragile, ma, secondo gli ultimi studi, rimane tale anche dopo la guarigione, soprattutto nei soggetti usciti dalla terapia intensiva. Durante il congresso, è stato evidenziato, ad esempio, che il Covid rischia di provocare una miocardite in almeno il 7% dei pazienti che non presentavano disturbi cardiaci prima del contagio.
“I primi dati degli studi di questi mesi indicano che anche SARS-CoV-2 può comportare ripercussioni serie, non solo a breve termine, sui pazienti guariti, soprattutto se usciti dalle terapie intensive”, precisa il Presidente SIC Ciro Indolfi. E aggiunge che un sempre maggior numero di segnalazioni evidenza la comparsa di danni cardiovascolari, “anche in pazienti guariti che non avevano disturbi cardiovascolari prima del contagio“.