Covid: mortalità più alta tra gli uomini, la causa sono i geni e gli ormoni

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Foto Pixabay | PIRO4D

Da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori della Yale University emerge che gli uomini sarebbero più a rischio delle donne quando contraggono Covid-19. Secondo i dati, infatti, un uomo rischia 1,7 volte in più di andare incontro a decesso a causa delle complicazioni di Sars-Cov-2. Il motivo di questa maggiore mortalità risiede in fattori genetici, ormonali e connessi al sistema immunitario maschile.

Il fattore biologico che espone gli uomini a Covid

L’articolo degli studiosi di Yale, pubblicato sulla rivista Science, ha individuato alcuni fattori di mortalità connessa a Covid negli uomini ai quali invece non sarebbero esposte le donne.

Tra questi, il primo è di origine biologica. Le donne hanno due cromosomi X, gli uomini, per contro, XY. I cromosomi femminili sono ricchi di geni che regolano la risposta immunitaria, ciò significa che le donne hanno una maggiore protezione già a livello genetico.

Gli ormoni femminili sono una barriera naturale

Il secondo discrimine risiede negli ormoni. Uno studio condotto su topi infetti da Covid ha riscontrato un tasso di mortalità maschile pari a quello umano, i ricercatori su questa base hanno tratto alcune considerazioni. La presenza di estrogeni contribuisce a sopprimere Ace-2, un recettore che funziona come “buco della serratura” per Covid. Sars-Cov-2, infatti, sfrutta questa “falla” per accedere all’organismo, infettandolo.

A conferma del fattore ormonale, la letteratura scientifica: negli uomini sottoposti a terapia di deprivazione androgenica per curare il cancro alla prostata, i contagi da Covid erano ridotti.

Con l’età diminuisce la risposta immunitaria

Oltre a questi due elementi di debolezza dell’organismo, gli studiosi dell’Università di Yale hanno aggiunto l’avanzare dell’età, che a causa di un naturale calo della risposta immunitaria esporrebbe ulteriormente l’uomo ad una eventuale infezione da Covid-19.

Oltre i 60 anni d’età, notano i ricercatori, la capacità di risposta immunitaria negli uomini è compromessa, che spesso l’organismo stesso tenta di compensare con molecole del sistema immunitario che provocano infiammazioni. Proprio il fattore infiammatorio sarebbe l’innesco alle “tempeste di citochine”, causa di danni ai tessuti (in particolare all’apparato polmonare). Le donne, invece, diventano più suscettibili alla perdita di risposta immunitaria più tardi, circa sei anni dopo la controparte maschile.