L’idea che Covid-19 sia in “mutamento” spaventa molti. L’insorgere, quasi quotidianamente, di nuove varianti, fa credere che il virus ci stia rincorrendo. La realtà, però, è diversa. Innanzitutto, bisogna capire cosa sia una variante: con questo termine si identifica un cambiamento, anche detta una mutazione, del materiale genetico nel processo di duplicazione del virus. È quindi naturale se Covid-19 muta, perché la variazione è una proprietà intrinseca nel sistema di duplicazione del genoma dei virus.
Cosa succede al virus che muta
La variante inglese, identficata in laboratorio come VUI202012/01, ha una mutazione a livello proteico, cioè della proteina SPIKE (SP). Questa consete a Covid di agganciarsi al nostro organismo. Quando si presenta questa variazione, il virus ha la capacità di incrementare la rapidità con cui si propaga da una cellula all’altra, ciò non significa però che ci sia un diverso impatto in termini di virulenza.
Covid continuerà a mutare
A questo punto, risulta evidente che Sars-Cov-2, data la sua natura, attraverserà altre fasi di mutazione. È possibile che la sintomatologia subisca delle variazioni, ma questo aspetto non dovrebbe risultare particolarmente rilevante.
Ciò che invece potrebbe accadere è una mutazione all’efficienza del virus, quello che in termini scientifici si definisce “fitness”.
L’impatto del vaccino se il virus muta
Le mutazioni non dovrebbero, in generale, compromettere l’efficacia del vaccino. Il medicinale di Pfizer, per esempio, agisce facendo in modo che il nostro organismo produca le proteine SPIKE, che ci proteggono da una futura infezione. L’azienda quindi sta effettuando studi che garantiscano l’efficacia.